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martedì 6 dicembre 2016

FRANCESCO CONTINUA IL SUO GIUDIZIO SULL'OPERA DI DIO.

alle volte mi leggo le perle di  inesatta sapienza.






Un conto è chi desidera salvare qualcuno e un conto è chi si lascia salvare.

Sulla balaustra di un ponte  c’è una donna che vuole buttarsi di sotto, si avvicina un uomo che dice alla donna, perché vuole buttarsi di sotto, questa spiega, ma le risposte che l’uomo le da non la convincono e si butta, ma se quella donna avesse avuto fiducia in quell'uomo forse sarebbe ancora viva.

La posizione di Pilato e di Giuda sono molto diverse.

Pilato è  un giudice romano, che deve giudicare un accusato non sa assolutamente nulla su di lui, se non le chiacchiere di chi lo accusa e su quelle si deve basare per stabilire un verità, cerca anche in qualche modo di salvarlo, di evitargli la pena chiesta dal sinedrio che lo accusa, ma nulla può fare innanzi al suo assordante silenzio, perché nulla vi era da dire, a sua discolpa perché nulla aveva fatto. Pilato ha la colpa di aver assecondato le volontà false del Sinedrio.


Dall’altra parte abbiamo un apostolo, un suo fedelissimo, che lo conosceva molto bene, esso va al tempio e vende Gesù per poche monete.
Costoro non comprano Gesù se non dopo essersi accertati che Gesù era chi tutti andavano dicendo, per cui Giuda deve assicurare che Gesù è quel che lui stesso asserisce, perché Giuda sa bene che Gesù è realmente figlio di Dio, Giuda sa, e ha capito che Gesù può tutto se vuole.

Ora chi tra Pilato e Giuda ha commesso il Peccato più grande?
Un Pilato che ha dovuto giudicare Gesù senza prove contro di lui, se non quelle false prodotte dal sinedrio o un Giuda che più di tutti gli altri apostoli aveva ben inteso cosa e chi fosse realmente Gesù?
Ovviamente Giuda!

Francesco asserisce che la misericordia di Dio è più grande di questi peccati, secondo Francesco, “ Dio non vuole la condanna di nessuno” e dice “che la vera giustizia non infligge una pena al colpevole, ma cancella il male”

 Per cui secondo l’intendere di Francesco, Dio avrebbe dovuto perdonarli, indipendente dal peccato loro commesso. Evidentemente secondo l’intendere di Francesco non esiste nessun peccato, il quale si faccia realmente del male, che non possa essere perdonato, e qua direi che ben si capisce dove voglia parare.

Francesco senza rendersi conto, forse! Continua a giudicare l’operato di Dio, volendosi ergere lui stesso a giudice, perché dire “che la vera giustizia non infligge una pena al colpevole” è come dire che Dio sta sbagliando nel suo giudizio.

Francesco di proposito mescola la misericordia di Dio con la sua giustizia aggiungendo la parola vera, come per dire che c’è una giustizia di Dio che è meno vera e forse meno giusta. Come se Dio usasse due pesi e due misure, dire un pensiero a dir poco satanico.

La cosa terribile di questo tutto quello che fa uscire da quella bocca, è che tutta la pletora del clero e laici che lo segue gli da pure ragione, solo per accreditarsi, un vantaggio social-ecclesiastico nel sostenerlo ed  entrare nelle sue grazie, come se fosse cosa tanto importante.

Se le due lame della stessa spada sono giustizia e verità, la misericordia è un riflesso di queste. Perché è assodato che non esiste Giustizia senza verità e il contrario, basta queste due per coprire tutto il resto.

Per il vescovo di Roma, invece la misericordia deve superare la giustizia, quando senza il giusto giudizio nessuno potrebbe neppure parlare, ne con giustezza, ne con verità, per cui non sussisterebbe neppure la misericordia.
Se togliamo il giudizio, dalla mente di un soggetto, questo con cosa potrà giudica il pensiero che formula un giudizio gli viene a mancare?

Non può esserci misericordia senza verità, perché quello che fa la differenza è proprio la Verità, e la giustizia è sempre vera quando la verità c’è, ecco che il caso Pilato sarebbe andato diversamente se ad esso fosse stata fornita la verità, anziché l’inganno, Pilato avrebbe avuto due riferimenti ed essendo uomo intelligente avrebbe capito l’inganno.

 Il caso Giuda è completamente diverso, egli sapeva benissimo chi era realmente Gesù, lo aveva ben compreso con tutto quello che gli aveva visto fare, sapeva che avrebbe potuto anche distruggere le legioni Romane se lo avesse voluto, ma non era lì per far guerra a Roma, era lì per conquistare il mondo in altro modo. Per cui l’atto di giuda, è un vero tradimento, non paura ma per sfida, a Dio stesso, un peccato che non può essere perdonato, oltretutto Gesù offrì a Giuda un ripensamento, quando durante l’ultima cena gli disse che l’avrebbe tradito, se avesse avuto in cuore l’amore verso Dio, si sarebbe ricreduto, invece siccome si fatto prendere da satana, ovviamente ha agito come era il suo intento, per cui il giudizio che Dio riversa su di lui è giusto. E Gesù ebbe misericordia di Lui, ma Giuda non accolse la sua misericordia, che anzi la rigetto. Per cui avendo provato con esso, di riportalo sulla retta via, altro non poteva fare. E la condanna non l’ha voluta Cristo, ne Dio, ma Giuda stesso se l’è attirata a se, ponendo un cappio al collo che poi divenne reale.

Dovremo invece dire che Dio agisce sempre nelle misericordia verso di noi, siamo solo noi che la rifiutiamo, e siamo solo noi che attiriamo la condanna su di noi stessi, spesso Dio neppure agisce, perché il nostro agire e parlare mette in moto la giustizia nelle Verità.

Siamo noi che condanniamo noi stessi, siamo noi che ci auto escludiamo dall'amore di Dio, non è Dio che si vuole escludere da noi.

Anche queste parole che Francesco sagacemente usa, per confondere i credenti e il clero stesso lui stesso le sta attirando a se, non sarà Dio a condannarlo ma lui si condannerà da se, come potrà Dio aver misericordia di chi non l’ha avuta per se?

Come disse Gesù, con il metro che usi per giudicare verrai giudicato, ma l’uomo non comprende. Peggio ancora chi si pone a giudice di Dio.
Perché l’ignorante ha una colpa inferiore del sapiente a parità dello stesso peccato.

Dovremo dire invece che Dio non vorrebbe condannare nessuno, ma siamo noi che ci condanniamo da soli, questa è la Verità che il Vescovo Francesco vuol camuffare. Quello che importa non sono le parole di un vescovo che durerà il tempo in un tempo, ma sono le parole Eterne di Cristo che non passeranno mai. Le parole degli uomini oggi ci sono domani non più, ma Dio ha una sola parola eterna.

Purtroppo se un uomo non ha la sapienza infusa dallo Spirito Santo, parla da uomo e deve inventarsela, altrimenti non è nessuno e Francesco sta dando proprio queste dimostrazioni. Francesco non ha capito le parole di Cristo, “con il metro che usi per giudicare verrai giudicato”, chi ti giudica? 

Il tuo peccato giudica te stesso(satana) è il nostro accusatore, per cui l’anima innanzi a Dio non sa mentire, anche se è il peggior peccatore esistente, satana, neppure lui sa mentire innanzi a Dio, per cui egli stesso si condanna, sono le sue opere e parole che lo condannano, che poi Dio intervenga è un altro discorso.

Se sapesse la verità non direbbe una sola parola fuori posto, ma da quello dice, si evince che non sa un tubo delle cose celesti!

Farfuglia di ipotesi umane, sulla base di leggi umane, credendo che la realtà celeste sia simile, ma così non è!






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importante

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!