alle volte mi leggo le
perle di inesatta sapienza.
Un conto è chi desidera
salvare qualcuno e un conto è chi si lascia salvare.
Sulla balaustra
di un ponte c’è una donna che vuole
buttarsi di sotto, si avvicina un uomo che dice alla donna, perché vuole
buttarsi di sotto, questa spiega, ma le risposte che l’uomo le da non la
convincono e si butta, ma se quella donna avesse avuto fiducia in quell'uomo forse sarebbe ancora viva.
La posizione di
Pilato e di Giuda sono molto diverse.
Pilato è un giudice romano, che deve giudicare un accusato
non sa assolutamente nulla su di lui, se non le chiacchiere di chi lo accusa e
su quelle si deve basare per stabilire un verità, cerca anche in qualche modo
di salvarlo, di evitargli la pena chiesta dal sinedrio che lo accusa, ma nulla
può fare innanzi al suo assordante silenzio, perché nulla vi era da dire, a sua
discolpa perché nulla aveva fatto. Pilato ha la colpa di aver assecondato le
volontà false del Sinedrio.
Dall’altra parte
abbiamo un apostolo, un suo fedelissimo, che lo conosceva molto bene, esso va
al tempio e vende Gesù per poche monete.
Costoro non
comprano Gesù se non dopo essersi accertati che Gesù era chi tutti andavano
dicendo, per cui Giuda deve assicurare che Gesù è quel che lui stesso
asserisce, perché Giuda sa bene che Gesù è realmente figlio di Dio, Giuda sa, e
ha capito che Gesù può tutto se vuole.
Ora chi tra
Pilato e Giuda ha commesso il Peccato più grande?
Un Pilato che ha
dovuto giudicare Gesù senza prove contro di lui, se non quelle false prodotte
dal sinedrio o un Giuda che più di tutti gli altri apostoli aveva ben inteso
cosa e chi fosse realmente Gesù?
Ovviamente
Giuda!
Francesco
asserisce che la misericordia di Dio è più grande di questi peccati, secondo Francesco,
“
Dio non vuole la condanna di nessuno” e dice “che la vera giustizia non
infligge una pena al colpevole, ma cancella il male”
Per cui secondo l’intendere di
Francesco, Dio avrebbe dovuto perdonarli, indipendente dal peccato loro
commesso. Evidentemente secondo l’intendere di Francesco non esiste nessun
peccato, il quale si faccia realmente del male, che non possa essere perdonato,
e qua direi che ben si capisce dove voglia parare.
Francesco senza
rendersi conto, forse! Continua a giudicare l’operato di Dio, volendosi ergere
lui stesso a giudice, perché dire “che la vera giustizia non infligge una pena
al colpevole” è come dire che Dio sta sbagliando nel suo giudizio.
Francesco di
proposito mescola la misericordia di Dio con la sua giustizia aggiungendo la parola
vera, come per dire che c’è una giustizia di Dio che è meno vera e forse meno
giusta. Come se Dio usasse due pesi e due misure, dire un pensiero a dir poco
satanico.
La cosa
terribile di questo tutto quello che fa uscire da quella bocca, è che tutta la
pletora del clero e laici che lo segue gli da pure ragione, solo per
accreditarsi, un vantaggio social-ecclesiastico nel sostenerlo ed entrare nelle sue grazie, come se fosse cosa
tanto importante.
Se le due lame
della stessa spada sono giustizia e verità, la misericordia è un riflesso di
queste. Perché è assodato che non esiste Giustizia senza verità e il contrario,
basta queste due per coprire tutto il resto.
Per il vescovo
di Roma, invece la misericordia deve superare la giustizia, quando senza il
giusto giudizio nessuno potrebbe neppure parlare, ne con giustezza, ne con
verità, per cui non sussisterebbe neppure la misericordia.
Se togliamo il
giudizio, dalla mente di un soggetto, questo con cosa potrà giudica il pensiero
che formula un giudizio gli viene a mancare?
Non può esserci
misericordia senza verità, perché quello che fa la differenza è proprio la Verità,
e la giustizia è sempre vera quando la verità c’è, ecco che il caso Pilato
sarebbe andato diversamente se ad esso fosse stata fornita la verità, anziché l’inganno,
Pilato avrebbe avuto due riferimenti ed essendo uomo intelligente avrebbe
capito l’inganno.
Il caso Giuda è completamente diverso, egli
sapeva benissimo chi era realmente Gesù, lo aveva ben compreso con tutto quello
che gli aveva visto fare, sapeva che avrebbe potuto anche distruggere le
legioni Romane se lo avesse voluto, ma non era lì per far guerra a Roma, era lì
per conquistare il mondo in altro modo. Per cui l’atto di giuda, è un vero
tradimento, non paura ma per sfida, a Dio stesso, un peccato che non può essere
perdonato, oltretutto Gesù offrì a Giuda un ripensamento, quando durante l’ultima
cena gli disse che l’avrebbe tradito, se avesse avuto in cuore l’amore verso
Dio, si sarebbe ricreduto, invece siccome si fatto prendere da satana,
ovviamente ha agito come era il suo intento, per cui il giudizio che Dio
riversa su di lui è giusto. E Gesù ebbe misericordia di Lui, ma Giuda non
accolse la sua misericordia, che anzi la rigetto. Per cui avendo provato con
esso, di riportalo sulla retta via, altro non poteva fare. E la condanna non l’ha
voluta Cristo, ne Dio, ma Giuda stesso se l’è attirata a se, ponendo un cappio
al collo che poi divenne reale.
Dovremo invece
dire che Dio agisce sempre nelle misericordia verso di noi, siamo solo noi che
la rifiutiamo, e siamo solo noi che attiriamo la condanna su di noi stessi,
spesso Dio neppure agisce, perché il nostro agire e parlare mette in moto la
giustizia nelle Verità.
Siamo noi che
condanniamo noi stessi, siamo noi che ci auto escludiamo dall'amore di Dio, non
è Dio che si vuole escludere da noi.
Anche queste
parole che Francesco sagacemente usa, per confondere i credenti e il clero
stesso lui stesso le sta attirando a se, non sarà Dio a condannarlo ma lui si
condannerà da se, come potrà Dio aver misericordia di chi non l’ha avuta per
se?
Come disse Gesù,
con il metro che usi per giudicare verrai giudicato, ma l’uomo non comprende. Peggio
ancora chi si pone a giudice di Dio.
Perché l’ignorante
ha una colpa inferiore del sapiente a parità dello stesso peccato.
Dovremo dire
invece che Dio non vorrebbe condannare nessuno, ma siamo noi che ci condanniamo
da soli, questa è la Verità che il Vescovo Francesco vuol camuffare. Quello che
importa non sono le parole di un vescovo che durerà il tempo in un tempo, ma
sono le parole Eterne di Cristo che non passeranno mai. Le parole degli uomini
oggi ci sono domani non più, ma Dio ha una sola parola eterna.
Purtroppo se un
uomo non ha la sapienza infusa dallo Spirito Santo, parla da uomo e deve
inventarsela, altrimenti non è nessuno e Francesco sta dando proprio queste
dimostrazioni. Francesco non ha capito le parole di
Cristo, “con il metro che usi per giudicare verrai giudicato”, chi ti giudica?
Il tuo peccato giudica te stesso(satana) è il nostro accusatore, per cui l’anima innanzi a Dio non sa mentire,
anche se è il peggior peccatore esistente, satana, neppure lui sa mentire
innanzi a Dio, per cui egli stesso si condanna, sono le sue opere e parole
che lo condannano, che poi Dio intervenga è un altro discorso.
Se sapesse la
verità non direbbe una sola parola fuori posto, ma da quello dice, si evince
che non sa un tubo delle cose celesti!
Farfuglia di
ipotesi umane, sulla base di leggi umane, credendo che la realtà celeste sia
simile, ma così non è!
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