Vediamo di spiegare questo suo curioso termine,
Due farfalle argo celeste si nutrono di un mucchietto di feci posato su una pietra.
La coprofagia
(dal greco κοπρος, kopros, 'feci'; e φαγω, phago, '(io) mangio') è un comportamento animale che consiste nell'ingoiare escrementi propri o altrui. Molte specie animali si sono evolute per praticare la coprofagia, pratica dalla quale assumono sostanze preziose per la propria sopravvivenza; altre specie non consumano normalmente feci ma potrebbero farlo in condizioni inusuali. Abbastanza diffusa nel regno animale, è considerata in ambito umano come parafilia sessuale, che in un esiguo numero di pazienti è associabile a disturbi di schizofrenia[1].
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Coprofilia
La coprofilia è una parafilia caratterizzata dal particolare interesse per gli escrementi che diventano oggetto di piacere e, in alcuni casi, di eccitazione sessuale.
Nelle pratiche erotiche BDSM e fetish consiste in una serie di giochi connessi alla defecazione.
In alcuni casi la coprofilia può essere correlata alla coprofagia; ciò accade soprattutto nell'ambito di giochi sessuali espletati all'interno di una relazione improntata a sadismo o masochismo, come espressione di sopraffazione o sottomissione di un partner nei confronti dell'altro, spesso con forti connotati di umiliazione. La pratica viene chiamata scat
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Ci dobbiamo prima di tutto chiedere perché di questa curiosa e fantasiosa uscita, del Vescovo Francesco, cosa sta tentando di fare o per chi?
Prima di tutto sta terrorizzando i giornalisti, e mediante loro ovviamente il popolo, questa è la finalità principale, quindi in sostanza il suo è un monito che trasmette una vera minaccia di non dir la Verità vera, ma di trasmettere una verità completa ma edulcorata, secondo quello che taluni vogliono. Quindi dare da mangiare al popolo M, tanto secondo Bergoglio il popolo mangia lo stesso M.
Già il fatto che preannuncia il discorso della diffamazione significa che ha tutta la volontà di usare i mezzi contro di essa, a livello legale Italiano, quindi esercitare una pressione sul governo e non è un caso.
Il suo discorso molto generale ",per sporcare la gente", a chi è realmente riferito?
A se stesso, mi sembra più che ovvio!
Secondo Francesco, non bisogna dire la Verità.
“I media – ha scandito – devono essere molto limpidi, molto trasparenti, e non cadere, senza offesa, per favore, nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità."
Bisogna nasconderla perché alle volte certa verità fa più male che bene, specialmente quando interessa direttamente lo stato della chiesa o le direttamente Bergoglio stesso, perché è questa la reale finalità di questo discorso.
I giornalisti e il popolo sarebbero malati di croprofilia e coprofagia, in sostanza si mangiano M. tutto il giorno, bisogna capire da chi viene fuori la M, se da se stessi o da chi l'ha esternata per primo, cioè colui che va anche dicendo la verità, quindi chiunque può dire M.
Vedete che astuto, "alla buona fama" ecco cosa è importante per questo vescovo, non la Verità, ma la fama, la notorietà, l'importanza, molto più importante anche delle Verità stessa, non solo quella umana ma sopratutto quella di Cristo, come dire che la giustizia dovrebbe essere cieca, è lo stesso concetto, che ha esternato sul discorso che Dio deve essere misericordioso che non esiste un Dio che non perdona il peccato anche grave. Quindi sta tentando di annullare la verità, prima di tutto quella di Cristo, e poi quella delle Leggi degli uomini, dando a tutti di essere dei mangia M.
Questo discorso potrebbe essere giusto, se non fosse che per quale ragione nascondere il proprio reato, certo la gente è pettegola questo lo si sa, ma la gente ricorda quanto la persona a fatto nel passato, per cui è inutile tentare di nascondere il male compiuto, sarebbe invece intelligente da parte di chi commette reati di qualsiasi natura, entrare in una comunità, anche perché nella società difficilmente un soggetto potrà ricominciare un tragitto lavorativo, sereno, tutto lo vedranno sempre per come è stato, meno che non cambi faccia e nome.
Per cui questo discorso è giusto fino ad un certo punto. La società si deve anche tutelare da questi soggetti che hanno in se una vena al male e deve anche capire se essi veramente non sono più un pericolo per se stessa, non possiamo affidare ad un delinquente, lo stesso lavoro che faceva in precedenza sarebbe un volerlo istigare a commettere lo stesso errore.
Prima di tutto quando una persona ha commesso un reato di qualsiasi tipo difficilmente anche se passano anni ed anni, potrà mai dimenticare il suo reato e cosa lo ha portato a compierlo, per cui potrebbe aver ancora in se, il seme di quel reato ed aver ancora voglia di reiterare il reato.
Bisogna anche distinguere la calunnia e diffamazione da una sana informazione su chi è il soggetto, e solo le autorità possono e dovrebbe se vogliono dar questa indicazione. I giornalisti dal canto loro dovrebbe semplicemente dare un informazione limpida, e trasparente senza commenti di alcun genere.
Non confondiamo un assassinio con una multa...sono due aspetti completamente in opposizione, non facciamo tutt'un erba in fascio, che qui generalizzare si fa sempre presto. Se il soggetto è pericoloso per la comunità lo si pone nelle condizioni di essere seguito e non libero di poter reiterare lo stesso reato a danno della società, è come se in Vaticano si mandasse un prelato mafioso, non credo che sia un bel sapere, si danneggerebbe tutto lo stato della chiesa.
La calunnia o diffamazione è sempre un peccato, ma mentire e nascondere la verità, è anche peggio, è giusto che la società conosco i soggetti pericolosi a se stessa e a quanti possono averne di danno.
Ed è giusto che la società si tuteli, da questi, ed è giusto che la società prenda i giusti provvedimenti, con di essi. Giusto è anche non diffamare ne calunniare ne esagerare nel parlare.
Non difende il popolo, non difende i carcerati, ma solo se stesso!
Che astuto, fa ben capire ha chi gestisce i media, che possono trarne un maggiore beneficio se fanno quello che lui vuole, che non è detto che sia la verità quella vera, ma una verità, che va bene a tutti, ma che sia completa di tutto, cioè costruita.
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