Ma come al solito dimentica una parte e
interpreta a suo modo il passo, addirittura vendendo nei cristiani
dei farisei e rispondendo a quanti lo criticano con la legge di Gesù
alla mano, dicendo loro che si fanno passare per perfetti e rigidi
osservanti, come se seguire Gesù nelle sue parole in modo perfetto è
essere dei demoni. Come dico sempre non si può leggere solo una
parte e trascurare l'altra perché non fa comodo.
Ora
vediamo cosa ci dice il passo:
“37 Dopo
che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo.
Egli
entrò e si mise a tavola.
38 Il
fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del
pranzo.
Come
fece a meravigliarsi? Certamente glielo fece notare, perché
sicuramente, costui era molto attento alla forma e non alla sostanza.
39 Allora
il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa
e del piatto, (oggi
si direbbe lavare i piatti e lucidarli)
ma
il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
Questa
è l'attività di coloro che sono superficiali, che guardano alle
apparenze, e vogliono tutto lustro attorno a loro, per dar un senso
di bellezza e di perfezione.
40 Stolti!
Perché
dice che sono stolti a coloro che preferiscono la pulizia della loro
persone, case, cose, etc? Perché è indice di vanità ed
esteriorità. E sono persone tutte prese dal loro esistere e nulla
altro esiste per costoro se non loro stessi e l'apparenza.
Colui
che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? “Il
colui “è riferito a Dio. La frase è sempre riferita a quello che
contiene il piatto e la coppa, cioè il cibo.
41 Piuttosto
date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà
mondo. Dice
di far l'elemosina di quello che c'è dentro, ma dentro a cosa?
Dentro al piatto, e alla coppa, invece di divorarlo solo coloro che
ne hanno già, e questa azione del dare a chi ne ha, funziona come
atto di perdono, perché dice “e tutto sarà mondo” cioè
purificato, chi avrà dato da mangiare a chi non è togliendolo dal
suo piatto, cioè dalla sua bocca fa un atto buono e ottiene il
perdono del Signore.
42 Ma
guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e
di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio.
Rimprovera
i farisei, di farsi pagare di più come se fossero aguzzini, senza
ritegno, per cui facilmente trasgrediscono alla giustizia di Dio e al
suo Amore.
Queste
cose bisognava curare senza trascurare le altre.
43 Guai
a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i
saluti sulle piazze. 44 Guai
a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente
vi passa sopra senza saperlo».
I
farisei amavano che la gente li notasse e li omaggiasse, ottenendo i
primi posti ovunque, ancora facendo capire che per loro è importante
l'apparire non l'essere, come si dice oggi mettersi in mostra.
Fa
un paragone, ai sepolcri che sono quasi invisibili e che la gente
senza ritegno e senza scrupoli passeggia sopra a loro, come se nulla
fosse.
E
paragona questi farisei a questi sepolcri, che vengono calpesti dalla
gente.
45 Uno
dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo,
offendi anche noi».
46 Egli
rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli
uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno
con un dito!
Il
fatto che rimproveri anche i dottori della legge” oggi li
chiameremo teologi o sacerdoti, fa ben capire che non solo i popolo
commetteva peccato ma anche coloro che si ergono a dispensatori della
parola del signore, possono essere come il popolo, anzi anche peggio,
perché dice che costoro caricano sulle spalle del mondo, dei pesi
che loro stessi non vogliono portare. Quindi da degli Ipocriti
costoro.
47 Guai
a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li
hanno uccisi. 48 Così
voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri:
essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
Questo
discorso è logico, se un padre uccide un altro uomo(profeta) e poi
il figlio ne costruisce il sepolcro , il figlio conferma l'opera del
padre, cioè la manifesta e la concretizza, quindi di conseguenza ne
diviene parte con esso dello stesso peccato e della stessa colpa, per
questo Gesù avverte.
49 Per
questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e
apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; 50 perché
sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti,
versato fin dall'inizio del mondo, 51 dal
sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra
l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a
questa generazione.
Qui
sottolinea una volontà di Dio Padre, che affermò di voler inviare
profeti ed apostoli, ma sapendo anche che questi verranno uccisi e
perseguitati. Quindi quella generazione dovette pagare per aver
ucciso i profeti.
52 Guai
a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza.
Voi
non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».
Ancor
rimprovera i dottori della legge (sono i nostri teologi o preti) cioè
coloro che dovevano custodire la legge di Dio ed interpretarne il
senso usando la scienza, ma pur di non mettere a disposizione del
popolo la scienza intesa come (conoscenza, e capacità di
interpretare con precisione i testi sacri).
In
sostanza Gesù parla dell'invidia dei dottori della legge(teologi)
verso coloro che erano in grado di usare la scienza di Dio per
interpretare la parola stessa. Il termine “entrare,” sta per
interpretare. I teologi o dottori della legge non era tutti in grado
di interpretare la legge per cui per impedire ad altri di poterlo
fare, impedivano a costoro di accedere alla legge, proprio perché
loro volevano, imporre una visione che a loro andava bene, e non
secondo parola di Dio. Per cui li condanna, sia per non averlo mai
fatto in precedenza che per il futuro, il passo parla non solo dei
Dottori della legge ebraici, ma di ogni teologo del futuro anche e
sopratutto in previsione della chiesa stessa.
53 Quando
fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo
ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, 54 tendendogli
insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa
bocca.
L'atteggiamento
dei farisei e dei dottori della legge (teologi) era di pura invidia,
odio, contrarietà.
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Da
quello che ho letto del testo del vangelo di Luca, si comprende che
il vescovo Francesco I°- Bergoglio, ha dato un interpretazione
personalistica del pezzo, facendo quanto Cristo non vuole che sia
fatto, “ 52 Guai
a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza.
Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete
impedito».non c'è affatto scritto quello
che nel trafiletto dell'articolo, lui ha voluto intendere, magari i
cristiani fossero ligi e rigidi sulla parola di Cristo sarebbero
zelanti Cristiani e non come oggi, all'acqua di rose, o cristiani
mezzi islamici. Anzi direi che i dottori della legge a quel tempo non erano rigidi erano ipocriti, era disposti a far credere quello che volevano loro, a dar da bere il loro veleno invece che rimanere nella rigidità, cioè nella verità della parola di Dio, semmai la rigidità dell'interpretazione della parola avrebbe garantito l'impossibilità di un interpretazione della legge come facevano ai dottori della legge, che non furono per nulla rigidi, ma anzi, si adattarono con molta facilità a quello che era il loro tornaconto, proprio come fa oggi la chiesa, sancisce una legge diversa da quella che stata lasciata da Cristo.
Vorrei ricordare che la parabola dei sepolcri imbiancati non è riferita unicamente alla gente comune ma principalmente ai dottori della legge cioè agli attuali teologi di oggi, dato che tutta la parola di Gesù insegnata a quel tempo era fatta unicamente per il futuro, per la sua Chiesa, per cui i suoi apostoli e i suoi richiami non erano tanto per quel tempo, quanto proprio per il sua chiesa di ogni tempo, non per nulla ricordo cosa disse che le "sue parole non passeranno mai" ben chiaro il riferimento alla chiesa di ogni tempo; invece la chiesa ha fatto esattamente quanto gesù stesso nel brano di Luca richiama, ne ha data l'interpretazione che gli è convenuto e che gli è piaciuta.