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mercoledì 17 ottobre 2018

Bergoglio giudica la parola di Gesù a suo modo come fecero i dottori della legge.





Ma come al solito dimentica una parte e interpreta a suo modo il passo, addirittura vendendo nei cristiani dei farisei e rispondendo a quanti lo criticano con la legge di Gesù alla mano, dicendo loro che si fanno passare per perfetti e rigidi osservanti, come se seguire Gesù nelle sue parole in modo perfetto è essere dei demoni. Come dico sempre non si può leggere solo una parte e trascurare l'altra perché non fa comodo.


Ora vediamo cosa ci dice il passo:

37 Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo.
Egli entrò e si mise a tavola. 
38 Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Come fece a meravigliarsi? Certamente glielo fece notare, perché sicuramente, costui era molto attento alla forma e non alla sostanza.


 39 Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, (oggi si direbbe lavare i piatti e lucidarli) ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Questa è l'attività di coloro che sono superficiali, che guardano alle apparenze, e vogliono tutto lustro attorno a loro, per dar un senso di bellezza e di perfezione.


40 Stolti! Perché dice che sono stolti a coloro che preferiscono la pulizia della loro persone, case, cose, etc? Perché è indice di vanità ed esteriorità. E sono persone tutte prese dal loro esistere e nulla altro esiste per costoro se non loro stessi e l'apparenza.


Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? “Il colui “è riferito a Dio. La frase è sempre riferita a quello che contiene il piatto e la coppa, cioè il cibo.
 41 Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. Dice di far l'elemosina di quello che c'è dentro, ma dentro a cosa? Dentro al piatto, e alla coppa, invece di divorarlo solo coloro che ne hanno già, e questa azione del dare a chi ne ha, funziona come atto di perdono, perché dice “e tutto sarà mondo” cioè purificato, chi avrà dato da mangiare a chi non è togliendolo dal suo piatto, cioè dalla sua bocca fa un atto buono e ottiene il perdono del Signore.


42 Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio.
Rimprovera i farisei, di farsi pagare di più come se fossero aguzzini, senza ritegno, per cui facilmente trasgrediscono alla giustizia di Dio e al suo Amore.
Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.


 43 Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44 Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».


I farisei amavano che la gente li notasse e li omaggiasse, ottenendo i primi posti ovunque, ancora facendo capire che per loro è importante l'apparire non l'essere, come si dice oggi mettersi in mostra.
Fa un paragone, ai sepolcri che sono quasi invisibili e che la gente senza ritegno e senza scrupoli passeggia sopra a loro, come se nulla fosse.
E paragona questi farisei a questi sepolcri, che vengono calpesti dalla gente.

45 Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi». 
46 Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!
Il fatto che rimproveri anche i dottori della legge” oggi li chiameremo teologi o sacerdoti, fa ben capire che non solo i popolo commetteva peccato ma anche coloro che si ergono a dispensatori della parola del signore, possono essere come il popolo, anzi anche peggio, perché dice che costoro caricano sulle spalle del mondo, dei pesi che loro stessi non vogliono portare. Quindi da degli Ipocriti costoro.


 47 Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
Questo discorso è logico, se un padre uccide un altro uomo(profeta) e poi il figlio ne costruisce il sepolcro , il figlio conferma l'opera del padre, cioè la manifesta e la concretizza, quindi di conseguenza ne diviene parte con esso dello stesso peccato e della stessa colpa, per questo Gesù avverte.


 49 Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; 50 perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Qui sottolinea una volontà di Dio Padre, che affermò di voler inviare profeti ed apostoli, ma sapendo anche che questi verranno uccisi e perseguitati. Quindi quella generazione dovette pagare per aver ucciso i profeti.


 52 Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza.
Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».
Ancor rimprovera i dottori della legge (sono i nostri teologi o preti) cioè coloro che dovevano custodire la legge di Dio ed interpretarne il senso usando la scienza, ma pur di non mettere a disposizione del popolo la scienza intesa come (conoscenza, e capacità di interpretare con precisione i testi sacri).
In sostanza Gesù parla dell'invidia dei dottori della legge(teologi) verso coloro che erano in grado di usare la scienza di Dio per interpretare la parola stessa. Il termine “entrare,” sta per interpretare. I teologi o dottori della legge non era tutti in grado di interpretare la legge per cui per impedire ad altri di poterlo fare, impedivano a costoro di accedere alla legge, proprio perché loro volevano, imporre una visione che a loro andava bene, e non secondo parola di Dio. Per cui li condanna, sia per non averlo mai fatto in precedenza che per il futuro, il passo parla non solo dei Dottori della legge ebraici, ma di ogni teologo del futuro anche e sopratutto in previsione della chiesa stessa.


53 Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, 54 tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
L'atteggiamento dei farisei e dei dottori della legge (teologi) era di pura invidia, odio, contrarietà.
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Da quello che ho letto del testo del vangelo di Luca, si comprende che il vescovo Francesco I°- Bergoglio, ha dato un interpretazione personalistica del pezzo, facendo quanto Cristo non vuole che sia fatto, “ 52 Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».non c'è affatto scritto quello che nel trafiletto dell'articolo, lui ha voluto intendere, magari i cristiani fossero ligi e rigidi sulla parola di Cristo sarebbero zelanti Cristiani e non come oggi, all'acqua di rose, o cristiani mezzi islamici. Anzi direi che i dottori della legge a quel tempo non erano rigidi erano ipocriti, era disposti a far credere quello che volevano loro, a dar da bere il loro veleno invece che rimanere nella rigidità, cioè nella verità della parola di Dio, semmai la rigidità dell'interpretazione della parola avrebbe garantito l'impossibilità di un interpretazione della legge come facevano ai dottori della legge, che non furono per nulla rigidi, ma anzi, si adattarono con molta facilità a quello che era il loro tornaconto, proprio come fa oggi la chiesa, sancisce una legge diversa da quella che stata lasciata da Cristo. 

Vorrei ricordare che la parabola dei sepolcri imbiancati non è riferita unicamente alla gente comune ma principalmente ai dottori della legge cioè agli attuali teologi di oggi, dato che tutta la parola di Gesù insegnata a quel tempo era fatta unicamente per il futuro, per la sua Chiesa, per cui i suoi apostoli e i suoi richiami non erano tanto per quel tempo, quanto proprio per il sua chiesa di ogni tempo, non per nulla ricordo cosa disse che le "sue parole non passeranno mai" ben chiaro il riferimento alla chiesa di ogni tempo; invece la chiesa ha fatto esattamente quanto gesù stesso nel brano di Luca richiama, ne ha data l'interpretazione che gli è convenuto e che gli è piaciuta. 





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importante

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!