Inferno e purgatorio.
Una
delle prime cosa che Nostro Signore mi spiegò fu proprio il fatto
che taluni termini oggi usati nel tempo moderno erano stati tradotti
in modo erroneo, ma disse che comunque sia Egli si adatta al tempo e
ai concetti del tempo, per cui quando si manifesta a qualcuno, non
usa più i termini antichi, ma quelli odierni del tempo della
manifestazione. Come dire nel 1500 si esprimeva come era il tempo in
quel periodo, così si esprime oggi secondo il tempo odierno, e così
si esprimerà domani nel futuro a chiunque, secondo il suo
linguaggio, ma sempre con semplicità per essere ben compreso da
tutti, piccoli e grandi. Quindi il Signore non sta tanto a guardare
la sottigliezza, si adatta al pensiero del tempo, proprio per venirci
incontro.
Un
ragionamento giusto e logico.
Conoscevo
già questo particolare dell’inferno e il Signore me ne parlò, ma
esso non fece problema sull'uso della parola perché disse che
concettualmente anche se noi lo rappresentiamo un un certo modo,
quello è il luogo preposto per la dannazione eterna. Per cui anche
se anticamente era espressone con termini e parole diverse e con un
concetto diverso rispetto al nostro attuale o a quello di altri
popoli, ma il luogo della dannazione eterna era sempre quello. Mi
disse che perfino i demoni oggi usano questo termine, inferno, che
identifica anche con una precisione maggiore quello che è
esattamente quel luogo di dolore e tortura eterna.
Per
cui quando io ho espresso nei concetti del vangelo, dell’apocalisse
e altri testi ed articoli da me scritti, lasciando il termine
inferno, l’ho fatto su queste motivazioni, senza andar a creare
problemi di dover spiegare altre cose, e che ritenevo poco
importanti.
Però
Gesù mi ha detto che il termine soggiorno dei morti, non è
esattamente l’inferno come noi lo pensiamo, ma il purgatorio, e che
il vero inferno è una voragine dove le anime non possono più
risalire, e dove effettivamente cadde Lucifero. Quando parlò in
riferimento alla questione della resurrezione di Lazzaro, non parlava
di inferno, ma di purgatorio.
Ora
quello che mi sconcerta in questo discorso, ben elaborato e giusto,
perché bisogna dire che il concetto è ben spiegato, ma c’è una
parte che non piace…
A
Cristo questa parte, non è per nulla piaciuta…perché?
“Nella
parabola del ricco e del povero Lazzaro, Gesù dice - il vangelo è
di Luca (16,23) - “E nel soggiorno dei morti essendo di tormenti,
alzò gli occhi e vide da lontano Abramo e Lazzaro nel suo seno”.
“Soggiorno dei morti” era tradotto con “inferno”.
A
quell’epoca si credeva che tutti,
quando morivano, andavano a finire in un’enorme voragine sotto
terra, un’enorme
caverna, tutti buoni e cattivi, dove vivevano come ombre. Era
il regno dei morti che nella lingua ebraica si scrive “sheol”,
probabilmente è una radice ebraica che significa “quello che
ingoia, quello che inghiotte”. Quando hanno tradotto la Bibbia
dall’ebraico al greco non potevano mettere “sheol”, termine che
i greci non conoscevano.
Il
motivo sta nel fatto che il sacerdote non so per quale ragione, da
per scontato che anche Cristo facendo parte di quella tradizione e
popolo, fosse anch’esso condizionato e credesse, anche lui che
tutti i buoni e i cattivi finissero la loro vita come ombre, in una
voragine sotterranea; questo modo di parlare, a Cristo non è
piaciuto, perché ha letto nel cuore del sacerdote, il modo in cui è
stato posto questo ragionamento in abbinamento con il pensiero di se
stesso(Cristo) relativo al passo del Vangelo. Vuole far credere che
Cristo non sapesse e non conoscesse la verità!
Per
cui anch’esso si esprimeva come i suoi contemporanei ignorando di
fatto la verità delle cose, questo modo di parlare farebbe
propendere alla conclusione che Gesù non sapeva, non conosceva
realmente il mondo spirituale, ne conosceva la realtà vera.
Il
fatto che dica “A
quell’epoca si credeva che tutti,...” include
anche Cristo.
Ora
se Cristo è Figlio di Dio e credo che nessuno possa metterlo in
dubbio, almeno spero, è mai possibile che non sapesse la verità?
O
per caso, Egli si esprimeva come il popolo era abituato a fare, per
adattarsi meglio al concetto che essi sapevano, per poter spiegare
bene le sue parabole e le verità che esternava .
Se
le avesse spiegate con concetti e termini esatti chi a quel tempo,
avrebbe capito? Nessuno! Per cui usa il linguaggio adatto per quel
tempo, si adatta ad esso, per essere meglio compreso. Ma che il prete
che ha una conoscenza superiore a quel tempo, faccia questo discorso,
fa capire che vuole far credere che Cristo non sapesse e non fosse
così illuminato.
Altro
discorso non esatto…
“C’è
una prima morte alla quale andiamo tutti incontro: è la morte
biologica. Quando arriva questa morte noi non faremo esperienza della
seconda morte perché abbiamo una pienezza di vita tale che
continueremo a vivere.
Se quando arriva la morte trova un corpo
svuotato di energie vitali perché una persona ha vissuto soltanto
per sé, non
ha mai risposto agli impulsi d’amore e ai limiti degli altri,
allora è la fine dell’individuo.
La
morte fisica corrisponde con la morte dell’individuo.
Per
questo l’Apocalisse dice: “Beati quelli che non vengono colpiti
dalla morte seconda”
La
prima morte è quella biologica ed è giusto, mentre la seconda è
quella dell’anima come avevo già espresso ancora nel 2014 e anche
prima, in un articolo ben scritto; per altro noto che questo
sacerdote, ha scritto il suo commento, molto similmente ai miei
discorsi in base ai quali consigliavo, di scrive i testi alla luce
dei testi autentici, seguendo e proponendo una metodica molto rigida.
“non
ha mai risposto agli impulsi d’amore e ai limiti degli altri,
allora è la fine dell’individuo.”
Questa espressione non è esatta, direi ance eccessivamente riduttiva. L’anima
quando si presenta a Dio, deve essere ricca non dell’amore degli
impulsi, o/e dei limiti degli altri, che tutto sembra fuorché casto,
No! L’anima si deve presentare a Dio piena di opere, di
misericordia nella massima castità possibile, si deve presentare a
Dio con il più alto amore per Lui, si deve presentare a Dio con la
compassione più elevata, e l’umiltà più assoluta e la negazione
di se stessi. Se l’anima non ha questi attributi d’amore, queste
virtù, queste umiltà e certezze in se, queste opere, volte verso il
prossimo, ma in una forma di purezza, essa non merita il regno
eterno, per cui la sua condanna è certa ed essa cade nella seconda
morte, cioè la morte dell’anima che altro non è che un
espressione per indicare la dannazione eterna. Nessun’ anima muore
realmente, perché sempre fonte di quel Dio onnipotente, che l’ha
infusa mediante il suo soffio di vita, nel corpo dell’uomo. Per cui
essa viene condannata alla morte eterna, cioè al secondo tipo di
morte.
La
prima che da la possibilità a quell'anima di tornare in vita cioè
risorgere, e la seconda che impedisce di tornare in vita e condanna
se stessa alla dannazione eterna.
Riporto
qui un mio messaggio di Gesù sull'anima.
Figli
ascoltatemi, se io vi tolgo l’anima, pensate che il vostro corpo
rimanga in vita?
Come
pensate che gli esseri viventi di questo pianeta possano vivere senza
uno spirito?
Se
voi o gli animali non aveste uno spirito che vi sostiene non sareste
“vivi”, perché è il soffio del Padre Celeste che vi sostiene, e
quello che voi chiamate anima, o spirito che sostiene ed energizza il
vostro corpo, senza questo nessun corpo è vivo in terra.
Ma
voi figli dell’uomo avete uno spirito superiore, che gli animali
non hanno; ecco voi non siete animali perché avete uno spirito
infuso dal Padre Celeste, secondo la sua volontà.
Se
io tolgo a voi questo spirito finché siete vivi, immediatamente
cessate di vivere e ritornate polvere.
Quindi
come potete dire che l’anima muore prima del corpo, se esso è
ancora vivo?
Se
io vi portassi all’inferno e in purgatorio vi farei sicuramente un
favore, perché capiresti che essi sono luoghi veri tanto quanto veri
sei voi. Ma io non vi farò questa grazia, perché devote capirlo da
soli senza esserne portati.
Cosa
vi dissi, chi crede senza vedere sarà beato, e ciò significa che
avrà il regno dei cieli. Volete voi essere peggio di Tommaso?
Se
volete ottenere la mia grazia, ritornate a Me!
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