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martedì 7 giugno 2016

Inferno e purgatorio.

Inferno e purgatorio.




Una delle prime cosa che Nostro Signore mi spiegò fu proprio il fatto che taluni termini oggi usati nel tempo moderno erano stati tradotti in modo erroneo, ma disse che comunque sia Egli si adatta al tempo e ai concetti del tempo, per cui quando si manifesta a qualcuno, non usa più i termini antichi, ma quelli odierni del tempo della manifestazione. Come dire nel 1500 si esprimeva come era il tempo in quel periodo, così si esprime oggi secondo il tempo odierno, e così si esprimerà domani nel futuro a chiunque, secondo il suo linguaggio, ma sempre con semplicità per essere ben compreso da tutti, piccoli e grandi. Quindi il Signore non sta tanto a guardare la sottigliezza, si adatta al pensiero del tempo, proprio per venirci incontro.
Un ragionamento giusto e logico.

Conoscevo già questo particolare dell’inferno e il Signore me ne parlò, ma esso non fece problema sull'uso della parola perché disse che concettualmente anche se noi lo rappresentiamo un un certo modo, quello è il luogo preposto per la dannazione eterna. Per cui anche se anticamente era espressone con termini e parole diverse e con un concetto diverso rispetto al nostro attuale o a quello di altri popoli, ma il luogo della dannazione eterna era sempre quello. Mi disse che perfino i demoni oggi usano questo termine, inferno, che identifica anche con una precisione maggiore quello che è esattamente quel luogo di dolore e tortura eterna.

Per cui quando io ho espresso nei concetti del vangelo, dell’apocalisse e altri testi ed articoli da me scritti, lasciando il termine inferno, l’ho fatto su queste motivazioni, senza andar a creare problemi di dover spiegare altre cose, e che ritenevo poco importanti.

Però Gesù mi ha detto che il termine soggiorno dei morti, non è esattamente l’inferno come noi lo pensiamo, ma il purgatorio, e che il vero inferno è una voragine dove le anime non possono più risalire, e dove effettivamente cadde Lucifero. Quando parlò in riferimento alla questione della resurrezione di Lazzaro, non parlava di inferno, ma di purgatorio.

Ora quello che mi sconcerta in questo discorso, ben elaborato e giusto, perché bisogna dire che il concetto è ben spiegato, ma c’è una parte che non piace…




A Cristo questa parte, non è per nulla piaciuta…perché?

Nella parabola del ricco e del povero Lazzaro, Gesù dice - il vangelo è di Luca (16,23) - “E nel soggiorno dei morti essendo di tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo e Lazzaro nel suo seno”. “Soggiorno dei morti” era tradotto con “inferno”.
A quell’epoca si credeva che tutti, quando morivano, andavano a finire in un’enorme voragine sotto terra, un’enorme caverna, tutti buoni e cattivi, dove vivevano come ombre. Era il regno dei morti che nella lingua ebraica si scrive “sheol”, probabilmente è una radice ebraica che significa “quello che ingoia, quello che inghiotte”. Quando hanno tradotto la Bibbia dall’ebraico al greco non potevano mettere “sheol”, termine che i greci non conoscevano.

Il motivo sta nel fatto che il sacerdote non so per quale ragione, da per scontato che anche Cristo facendo parte di quella tradizione e popolo, fosse anch’esso condizionato e credesse, anche lui che tutti i buoni e i cattivi finissero la loro vita come ombre, in una voragine sotterranea; questo modo di parlare, a Cristo non è piaciuto, perché ha letto nel cuore del sacerdote, il modo in cui è stato posto questo ragionamento in abbinamento con il pensiero di se stesso(Cristo) relativo al passo del Vangelo. Vuole far credere che Cristo non sapesse e non conoscesse la verità!

Per cui anch’esso si esprimeva come i suoi contemporanei ignorando di fatto la verità delle cose, questo modo di parlare farebbe propendere alla conclusione che Gesù non sapeva, non conosceva realmente il mondo spirituale, ne conosceva la realtà vera.
Il fatto che dica A quell’epoca si credeva che tutti,...” include anche Cristo.
Ora se Cristo è Figlio di Dio e credo che nessuno possa metterlo in dubbio, almeno spero, è mai possibile che non sapesse la verità?
O per caso, Egli si esprimeva come il popolo era abituato a fare, per adattarsi meglio al concetto che essi sapevano, per poter spiegare bene le sue parabole e le verità che esternava .

Se le avesse spiegate con concetti e termini esatti chi a quel tempo, avrebbe capito? Nessuno! Per cui usa il linguaggio adatto per quel tempo, si adatta ad esso, per essere meglio compreso. Ma che il prete che ha una conoscenza superiore a quel tempo, faccia questo discorso, fa capire che vuole far credere che Cristo non sapesse e non fosse così illuminato.


Altro discorso non esatto…

C’è una prima morte alla quale andiamo tutti incontro: è la morte biologica. Quando arriva questa morte noi non faremo esperienza della seconda morte perché abbiamo una pienezza di vita tale che continueremo a vivere.
Se quando arriva la morte trova un corpo svuotato di energie vitali perché una persona ha vissuto soltanto per sé,
non ha mai risposto agli impulsi d’amore e ai limiti degli altri, allora è la fine dell’individuo.
La morte fisica corrisponde con la morte dell’individuo.
Per questo l’Apocalisse dice: “Beati quelli che non vengono colpiti dalla morte seconda”

La prima morte è quella biologica ed è giusto, mentre la seconda è quella dell’anima come avevo già espresso ancora nel 2014 e anche prima, in un articolo ben scritto; per altro noto che questo sacerdote, ha scritto il suo commento, molto similmente ai miei discorsi in base ai quali consigliavo, di scrive i testi alla luce dei testi autentici, seguendo e proponendo una metodica molto rigida.


non ha mai risposto agli impulsi d’amore e ai limiti degli altri, allora è la fine dell’individuo.” 

Questa espressione non è esatta, direi ance eccessivamente riduttiva. L’anima quando si presenta a Dio, deve essere ricca non dell’amore degli impulsi, o/e dei limiti degli altri, che tutto sembra fuorché casto, No! L’anima si deve presentare a Dio piena di opere, di misericordia nella massima castità possibile, si deve presentare a Dio con il più alto amore per Lui, si deve presentare a Dio con la compassione più elevata, e l’umiltà più assoluta e la negazione di se stessi. Se l’anima non ha questi attributi d’amore, queste virtù, queste umiltà e certezze in se, queste opere, volte verso il prossimo, ma in una forma di purezza, essa non merita il regno eterno, per cui la sua condanna è certa ed essa cade nella seconda morte, cioè la morte dell’anima che altro non è che un espressione per indicare la dannazione eterna. Nessun’ anima muore realmente, perché sempre fonte di quel Dio onnipotente, che l’ha infusa mediante il suo soffio di vita, nel corpo dell’uomo. Per cui essa viene condannata alla morte eterna, cioè al secondo tipo di morte.
La prima che da la possibilità a quell'anima di tornare in vita cioè risorgere, e la seconda che impedisce di tornare in vita e condanna se stessa alla dannazione eterna.




Riporto qui un mio messaggio di Gesù sull'anima.


Figli ascoltatemi, se io vi tolgo l’anima, pensate che il vostro corpo rimanga in vita?
Come pensate che gli esseri viventi di questo pianeta possano vivere senza uno spirito?
Se voi o gli animali non aveste uno spirito che vi sostiene non sareste “vivi”, perché è il soffio del Padre Celeste che vi sostiene, e quello che voi chiamate anima, o spirito che sostiene ed energizza il vostro corpo, senza questo nessun corpo è vivo in terra.
Ma voi figli dell’uomo avete uno spirito superiore, che gli animali non hanno; ecco voi non siete animali perché avete uno spirito infuso dal Padre Celeste, secondo la sua volontà.
Se io tolgo a voi questo spirito finché siete vivi, immediatamente cessate di vivere e ritornate polvere.
Quindi come potete dire che l’anima muore prima del corpo, se esso è ancora vivo?
Se io vi portassi all’inferno e in purgatorio vi farei sicuramente un favore, perché capiresti che essi sono luoghi veri tanto quanto veri sei voi. Ma io non vi farò questa grazia, perché devote capirlo da soli senza esserne portati.
Cosa vi dissi, chi crede senza vedere sarà beato, e ciò significa che avrà il regno dei cieli. Volete voi essere peggio di Tommaso?
Se volete ottenere la mia grazia, ritornate a Me!

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importante

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!