Bergoglio e il suo modo di vivere la correzione Fraterna.
http://www.uccronline.it/2016/05/23/il-divieto-di-giudicare-non-esiste-nel-vangelo-che-insegna-la-correzione-fraterna/
"Se no trattalo come un peccatore: cioè vallo a trovare, alloggia presso di lui, mangia con lui e convertilo con il tuo amore, come ha fatto Gesù con pubblicani e peccatori (Mc 2,13-17.). Nel Nuovo Testamento si chiede più volte di praticare la correzione fraterna (Rm.15,14; 2Cor.2,6-8; Tt.3,10-11;), ma si nota quanto sia difficile da attuare. Per correggere è necessaria l’umiltà e amore sincero, mai si deve giudicare, come si legge nel testo di Lc 6,37: questo significa non ritenersi mai superiori a colui che si corregge, in quanto siamo tutti fragili e bisognosi del perdono del Signore. Dunque la correzione fraterna è una declinazione della misericordia da vivere nella Chiesa e in mezzo a tutti gli uomini."
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Ma vorrei rispondere a quanto Bergoglio sostiene...
Intanto prima di tutto, si noti un particolare Bergoglio non parla mai dell'amore di Cristo, ma del tuo amore, e questo non va bene perchè io non devo portare il mio amore, ma bensì l'amore di Dio ai fratelli, devo portare a loro l'amore dello Spirito Santo, non le mie passioni, non il mio amore sentimentale e personale, come in effetti suggerirebbe ad un attenta analisi quel che ne viene fuori dal testo di Bergoglio.
“Se il tuo fratello commette una colpa,…” “Non giudicate, per non essere giudicati”
Sono due frasi diverse ma in realtà sono sottomesse alla medesima parola giudizio!
Se devo corregge, un fratello qualsiasi esso sia, devo necessariamente appellarmi per farlo al mio giudizio, si! Perché in realtà prima di giungere e determinare la correzione del fratello devo conoscere i risvolti che costui ha compiuto, per conoscere tali risvolti, devo sapere e giudicare l’operato; faccio un esempio, se vedo un ragazzo rubare qualcosa, la mia reazione normale sarebbe come minino richiamare e fare restituire, se proprio non voglio denunciare, ma tra il vedere e il richiamare, c’è in me un pensiero che sorge spontaneo, che è un pensiero di giudizio, io giudico quel ragazzo che ha rubato qualcosa, già il fatto di pensare che ha rubato, ho già espresso nella mente un giudizio negativo, per tanto, nessuno può aiutare un fratello se prima non ha condotto alla sua mente un giudizio, perché solo mediante il giudizio, posso sapere e capire se c’è da correggere tale soggetto o no!
Ma facciamo un altro esempio, in onestà. Se siamo in chiesa ed entra una donna vestita con minigonna, ed un abbigliamento più che succinto, il soggetto-mente che la vede può pensare, -se esso è lussurioso-, qualche apprezzamento e spesso accompagnato anche da disprezzo, dicendo a se stesso che è una prostituta, che immorale, ecc …. quindi la mente anche senza volerlo realmente fa peccato, perché pensa che per quel luogo, quell'abbigliamento e atteggiamento è squallido, di conseguenza non ci sarebbe nulla di male, li per lì se la persona gli venisse voglia di richiamare la donna; ma il problema sorgerebbe con le nostre leggi. Quindi di conseguenza, abbiamo che il soggetto, pensando, ha giudicato, cosa che non avrebbe dovuto fare, ma questo non è possibile per qualsiasi soggetto umano, non pensare a cosa si vede o cosa si sente. Tutti pensiamo, tutti vediamo, tutto sentiamo e qualsiasi pensiero ci balena nella testa. In effetti ogni giorno faccio altro che giudicare i nostri simili, al mercato giudichiamo, ovunque giudichiamo, questo o quello, lo giudichiamo per il bene o per il male, si anche il giudizio può essere bene e non solo un male. Anche il meditare può essere un pensiero di giudizio …. dipende cosa si medita. Anche la critica che si fa è un giudizio, si giudica un artista , lo si critica, oppure l'operato di un magistrato, di un medico, di carpentiere, di un giornalista, del capo dello stato, qualsiasi cosa diventa un giudizio.
È la nostra mente creata così che ci porta inevitabilmente a pensare male o bene di un soggetto che compie un atto contro o favore di altri suoi simili.
Quindi un altro soggetto che assiste a tale evento, nel momento esatto giudica l’altro, anche se può o non può intervenire. Per cui se devo richiamare e correggere un mio fratello chiunque esso sia, anche un prete o il papa, un re o un presidente, lo faccio sulla base del giudizio che mi sono creato su di esso, però c’è da distingue da giudizio a giudizio. Per quello che dico, che il giudizio assoluto si divide in due parti fondamentali, il giudizio per correzione è fatto a fin di bene, e non è un giudizio; il giudizio per condanna è il vero giudizio quello che cambia la realtà delle cose. Uno è fatto per correggere e recuperare quel soggetto affinché non compia più quell'atto, mentre l’altro è una condanna, simile alla condanna a morte, perché è un giudizio definitivo inappellabile. Anche la scomunica è un giudizio definitivo una condanna a morte!!! Per cui anche la scomunica ricade sotto la legge stessa di Gesù, di non condannare o non giudicare!!!
Gesù ci dice, che noi dobbiamo correggere i nostri fratelli, è cristianamente corretto la correzione fraterna.
Gesù ci dice anche che noi non dobbiamo condannare i nostri fratelli ma si fa uso sempre della medesima parola GIUDIZIO!
Quindi il giudizio si divide in due:
GIUDIZIO CHE DIVENTA CONDANNA ... Giudizio che trasforma la realtà in condanna eterna.
GIUDIZIO CHE DIVENTA CORREZIONE … Giudizio che corregge gli errori degli altri.
Quindi Gesù parla del Giudizio come CONDANNA … e parla della correzione come un atto d’amore. In sostanza si ha che l’amore è un giudizio.
Il Signore ci dice di NON CONDANNARE ….
La frase di Gesù, si può anche scrivere così: “Non giudicate/condannate, per non essere giudicati/condannati; perché con/l giudizio / la condanna con cui giudicate/condannate sarete giudicati/condannati …. “ la frase non perde in assoluto il suo senso, anzi lo esprime in maniera totale ed effettiva …
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Quindi ritornando al discorso di Bergoglio, abbiamo che il suo non giudicare è errato, perchè nessun uomo può aiutare chicchessia senza costruire dentro di se un giudizio, positivo o negativo che lo aiuta a comprendere come correggere quel fratello chiunque esso sia. Per formulare qualsiasi frase, bisogna pensare, ragionare, altrimenti di dicono stupidaggini e solo una mente che pensa sa dare giusti giudizi, una mente non pensa dice cretinate.
" questo significa non ritenersi mai superiori a colui che si corregge,"
Questa affermazione è errata... perchè nel momento in cui io conosco la soluzione del problema so già dentro di me che sono superiore all'altro, anche se non devo o non voglio dimostrarlo, in questo sta semmai l'umiltà di chi si appresta a correggere il prossimo. Per cui chi corregge è già superiore a chi va corretto, è impossibile che ciò non sia valutato, ne dall'uno ne dall'altro perchè comunque sia, anche colui che viene corretto e accetta la correzione ha un atteggiamento di sudditanza rispetto a chi lo ha corretto, è un fattore involontario umano, non c'è nulla di male in questo. Anzi se chi è stato corretto prova questo dimostra che ha compreso il suo errore, infatti quando Gesù correggeva ed impartiva delle precise direttive dicendo cosa si doveva e non si doveva fare, coloro che accettavano il suo pensiero avevano nei suoi confronti timore, perchè quando uno corregge un altra persona suscita in esso timore, si ha una forma reverenziale quasi un ringraziamento per essere stato corretto. Quindi anche se colui che ha corretto non si ritiene superiore, ma è impossibile che colui che è stato corretto non manifesti verso questo un atto di inferiorità, perchè avviene sempre ed è impossibile che non avvenga.
"Dunque la correzione fraterna è una declinazione della misericordia da vivere nella Chiesa e in mezzo a tutti gli uomini."
Una declinazione?
Cioè capiamoci un attimo...cioè secondo Bergoglio la correzione fraterna, è una deviazione della misericordia?
Cos'è realmente la misericordia?
Si perchè prima di rispondere a questa curiosa affermazione bisogna che comprendiamo cosa sia la misericordia, specialmente quella di Dio.
Riporto il concetto per essere precisi:
da wikipedia:
La Misericodia è un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui (morale o spirituale). Tale termine deriva dal latino misericors (genitivo misericordis) e damisereor (ho pietà) e cor -cordis (cuore); cfr. miserère: abbi misericordia. È una virtù morale tenuta in grande considerazione dall'etica cristiana e si concreta in opere di pietà o, appunto, di misericordia.
Se la correzione fraterna fosse un deviazione o declinazione della Misericordia di Dio, perchè non stiamo parlando della misericordia umana, ma di Dio, perchè siamo in ambito cristiano, facciamo attenzione.
La misericordia di Dio non può ridursi, in alcun modo, se io porto misericordia cioè ho pietà per un mio simile, e voglio correggerlo, non riduco la mia misericordia, anzi tento di elevarla di spiritualizzarla di renderla più vicina e prossima a quella che Dio manifesta verso di noi, Egli infatti con il suo figlio ha detto a noi che dobbiamo "amare il prossimo come Gesù ci ha amati" questo significa che non possiamo ridurre la misericordia di Dio, anzi dobbiamo chiederla totale a Lui, per ottenere nel miglior modo possibile la perfetta correzione fraterna al fine ultimo di elevare non solo il nostro spirito, ma il fratello verso Dio. Questo è lo scopo principale della correzione mediante la misericordia divina.
Quindi il concetto che pone Bergoglio è errato.
La misericordia di Dio non si può abbassare, ne ridurre, ne declinare si usa come Egli ce la elargisce, in relazione allo spirito di ognuno, perchè solo con l'uso della pietà, verso il prossimo, possiamo ottenere una vera conversione dei fratelli. Come potremo amare il prossimo come Gesù ci ha amati se dovessimo ridurre di efficacia questo suo amore?
Non è più l'amore che Gesù ci ha donati, sarebbe ridotto, e questo non è quello che Cristo vuole, semmai Cristo vuole l'opposto amare il prossimo sopra noi stessi, perchè l'amore che Gesù esprime verso di noi supera noi stessi, e quindi è superiore a noi, non inferiore, ne basso, ne deviato.
Quindi il concetto che ha Bergoglio di Misericordia è fondamentalmente errato!
Non si basa sulla misericordia divina ma su quella umana, che vorrebbe scavalcare quella divina.
Quando si vuole correggere un fratello chiunque esso sia, bisogna prima di tutto saper cosa dire, quindi formulare un pensiero, magari informarsi a 360 gradi, quindi meditare bene, non sarebbe male confrontarsi con qualcun altro per capir bene se è il caso. Poi prima di recarsi chiedere l'ausilio e l'assistenza dello Spirito Santo, che non mancherà di darlo se si fa per disinteresse. Non è affatto difficile correggere un fratello basta non aver paura di parlare, e saper anche come parlare, visto che ognuno di noi è diverso e ognuno ha le proprie fragilità, e difetti. Ma direi che la semplicità la fa da padrone, usando tutta l'educazione possibile.
Si corregge i fratelli anche nell'insegnamento, nel far capire gli errori.