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lunedì 14 marzo 2016

Sacerdote e Prete!

Sacerdote e Prete!


Qualcuno si chiederà perché faccio questa distinzione, per la verità è la Madre di Dio che fa questa distinzione, abbiamo un caso esemplare noto dell'uso della parola Prete proprio nelle parole della Madre di Dio, durante le apparizioni a Lourdes a Bernadette Soubirou la Vergine SSma chiama queste persone preti e non sacerdoti, nessuno ha capito perché usa questo termine, vedo di spiegare la cosa.

A rigor di logica un qualsiasi consacrato dovrebbe essere sacerdote sempre, ma le parole dell'Immacolata ci fanno capire una realtà diversa, perché ci chiediamo?

Perché Dio distingue la medesima persona in due persone diverse?

Vedo di spiegare, il motivo sta nel fatto che l'uomo quando è sull'altare e fa le veci di Cristo è sacerdote, mentre quando è e vive la vita normale fuori dalla chiesa, addirittura fuori dalla zona dell'altare è solo un prete, questo è l'esatto motivo, perché chiama preti, tutti coloro che hanno preso i voti. Ma specifichiamo meglio la questione.

Sacerdote è colui che in quel preciso momento che recita, consacra e amministra l'eucarestia, solo in quel momento esso assume il titolo di sacerdote, perché in realtà in quel momento egli essere umano, non è più essere umano, ma è Cristo, parte di Cristo, cioè quell'essere umano diviene il sacerdote, non un sacerdote, facciamo all'articolo che uso, “Il e Un” . Un sacerdote sarebbe uno qualsiasi, uno tra tanti, mentre IL sacerdote è uno solo, cioè Cristo, quindi il prete che si appresta a far messa, e sale verso l'altare diviene “IL Sacerdote” solo in quell'occasione, mentre quando è fuori da quell'ambito è solo un prete. Un prete è per l'Immacolata è un essere umano, come molti altri, che essendo di Cristo, cioè votato a lui, si comporta non da Cristo, ma da uno qualsiasi, pensa e ragiona e si comporta come molti, che non sono votati a Cristo. Per cui il prete, in parte potrebbe non essere tale, salvo il fatto di vestire in un certo modo, per il quale è identificabile.

Quindi quando sono presso l'altare a dir messa, essi assumono in se stessi l'essere di Cristo e diventano Sacerdote, cioè IL Sacerdote, cioè Cristo stesso. Non è un sacerdote qualsiasi che possiede potere, non è un sacerdote che ha potere in se di benedire l'Eucarestia e farla divenire corpo di Cristo, ma è lo stesso Cristo che nel frangente della messa consacrata fa divenire sacerdote regale cioè Cristo stesso, il prete, per cui cambia la sua denominazione da prete diviene IL Sacerdote. E come Sacerdote Regale amministra il corpo di Cristo e anche i suoi poteri.
Purtroppo però non tutti i preti quando sono presso l'altare a dire messa, sono IL Sacerdote, alle volte incontriamo preti che rimangono preti anche in questa funzione. Perché molto conta quello che è prima che giunga a dir messa, cioè nel senso che se il prete non è casto, puro, come la neve, sia nel corpo che nello spirito e nella mente, non diverrà IL Sacerdote Regale, cioè non sarà Cristo stesso, in quel momento, ma lo sarà solo al momento della consacrazione dell'eucarestia, perché Gesù Cristo, non vuole che nessun essere umano che si appresti a ricevere il suo corpo, possa ricevere qualcosa non di suo. Anche se purtroppo si sa che nel corso della storia ci sono state anche riti non sacri fatti con cose sacre e fatti anche sa preti.

Per cui il prete sappia che quando si reca sull'altare per pietà di quanti si recano presso Cristo, esso deve presentarsi puro ed immacolato, perché dal momento che inizia la funzione religiosa esso non è più se stesso ma è Cristo in quel momento; e quindi il prete diviene IL SACERDOTE.

S. Pio da Pietrelcina era IL Sacerdote continuamente, come prima di lui lo furono altri Santi Sacerdoti.

La differenza sostanziale tra prete e sacerdote sta solo in questo, essi anche se sono di Cristo non sempre sono in Cristo, cioè i preti.


Perché uno solo è IL Sacerdote; Cristo! Non esistono i sacerdoti, quindi ogni prete divine un corpo solo, con Cristo nel momento della Sacra Messa. Cioè IL Fondamento unico Cristo. Non esistono tanti fondamenti ma uno solo. Perché uno solo è il potere e uno solo è il Verbo!

Mi chiedo ma il prete si rende conto che quando sale all'altare diviene come Cristo?
No! Perché sapete, se si rendesse conto che è Cristo IL Sacerdote regale, allora forse non direbbe tante fesserie. Ma ahimè, abbiamo pochi santi sacerdoti e ancor meno ne avremo!

Gesù sapeva distingue?

Gesù sapeva distinguere?

Ieri a messa sono rimasto sconcertato per un affermazione di un giovane sacerdote, secondo il mio punto di vista fin troppo moderno. Cmq, aldilà di come si presenta ed eccessiva sbrigatività, guardo a quello che dice a quello che afferma, che m'interessa di più, e come il mio solito prendo nota subito delle espressioni usate e dei concetti che i sacerdoti vogliono trasmettere al pubblico.

La prima espressione che mi ha destato un certo senso di sgomento è stata questa.


La frase la disse nel contesto di dire che Gesù essendo vissuto tra gli uomini ha imparato a distinguere, per cui ne è venuto fuori con questa frase, “Gesù sapeva distinguere.”

L'espressione per chi non sa cogliere il vero pensiero, potrebbe non dir nulla di male, invece il male sta proprio nell'espressione stessa.
Attestare che Gesù sapeva distinguere significa che, colui che pensa ciò, crede che Gesù non sia Dio, ma solo un uomo, per un motivo molto semplice.

Dire ad una persona tu sai distinguere, la classifichi come un essere umano, che è vissuto e ha appreso la distinzione tra maschio e femmina o uomo e donna, tra bene e male, etc, ma si può dire ad un Dio che sa tutto, tu sai distingue? No! Per il semplice motivo che è ovvio che un Dio sa distingue, altrimenti non sarebbe Dio se non sapesse distingue, ma questa curiosa espressione nasconde un altro proposito. Quando si asserisce innanzi ad un pubblico questo genere di espressioni si sta subdolamente trasmettendo un pensiero che vuol far credere che Gesù era solo un uomo e poco Dio, perché un vero conoscitore della parola di Dio, non avrebbe mai usato questa espressione, se in esso avesse avuto lo Spirito Santo, ma oggi giorno quanti sono i sacerdoti “santi”che posso permettersi di non dire simili eresie?

Da ciò comprendiamo che bisogna ascoltare con molta attenzione le singole espressioni di un sacerdote, anche qualsiasi essere umano; certo, incentrate nel discorso che sta facendo, ma esse rivelano molto precisamente sia i suoi pensieri che le sue vere intenzioni e cosa realmente esso vuole trasmettere al popolo che lo ascolta, molto spesso anzi quasi sempre questo popolo per quanto sia formato da persone di tutti i tuoi di intelligenza, spesso anche coloro che sono assai intelligenti non vedono e non percepiscono queste piccole sottigliezze che magari non sono dette nemmeno pensando, ma dimostrano in realtà i pensieri celati, nascosti di chi le afferma.
E il popolo beve come se fosse oro puro.

Questi generi di frasi, inserite anche in un bel discorso hanno l'unico scopo di tarlare la deità di Cristo, e renderlo meno Dio, di quanto sia, e ogni volta si inseriscono nella mente umana nuovi strani concetti che alla fine si accumulano tutti assieme producendo nel popolo non più un affettività positiva verso Gesù, ma distorta, si arriva a pensare e considerare Cristo ne più e ne meno che un semplice essere umano che si è elevato spiritualmente in maniera autonoma, determinando una sua veduta. Ovviamente questi concetti errati, che nascono in seno ad una pessima affettività verso Dio, fanno bene alla parte avversa, specialmente fanno bene a quanti combatto Cristo con svariati artifici, che la nostra società sagacemente propina, e ovviamente questi giovani preti, e non solo giovani, si lasciano prendere da idee promosse da chi opera sotterraneamente per demolire il palazzo. Per cui un buon sacerdote deve sempre ponderare con assoluta ed estrema attenzione quando va dicendo alla folla, quando insegna, perché altrimenti non fa opera santificante, ma demolente ed esso stesso diviene senza rendersene conto aiutante di satana. Quindi bisogna stare veramente attenti e pensare bene a quello che si afferma, per non dire cretinate ed insegnare cose sbagliate.






Altra affermazione di questo sacerdote.

Il paradiso non è pieno di santi, ma di peccatori come noi!”?

Se in paradiso ci fossero i peccatori, come noi, i santi dove sarebbero?
L'espressione è alquanto strana, e contraddittoria, il paradiso è fatto di Santi, e non certo di peccatori, perché allora se fosse come questo prete dice, Dio porta in paradiso chi non merita, il paradiso non sarebbe paradiso ma ben altro posto, tutto al suo opposto.
Ma se vogliamo essere magnanimi forse il prete intendeva dire che in paradiso ci possono andare anche i peccatori come noi, sempre che questi peccatori vogliano redimersi, perché se sono peccatori impenitenti, “come noi”, allora certamente il paradiso nemmeno col binocolo lo vedono.
Ma l'espressione lascia molte lacune di eresia, “non è pieno di Santi” è come dire che Dio non è SANTO, ma che esso è in realtà fatto per i peccatori, certamente Cristo cercava i peccatori per convertirli, ma una volta che il peccatori era convertito era un passo dalla santità per cui cambiava il suo stato, e passava da peccatore a Santo, quindi l'affermazione sarebbe sbagliata comunque sia, e non tiene presente di questo cambiamento, per cui anche dei due ladroni sulla croce, uno crede in Gesù e l'altro lo denigra, tutti e due erano peccatori, seguendo la logica di questo prete, Cristo avrebbe dovuto salvare entrambi se il paradiso è per i peccatori non per i santi, evidentemente il prete si vede nella classe dei peccatori più che dei santi, per cui non è certo che sarà salvato, per cui dice o trova la scusa per sentirsi anch'esso salvato, dicendo a tutti che i peccatori sono la classe più grande e non i santi, non accorgendosi che affermando ciò bestemmia Dio.

Che Gesù cercava i peccatori per redermeli, era ovvio, i buoni non certo li deve salvare qualcuno, perché sono già sulla strada della salvezza, per cui si cercano le pecorelle smarrite e le si fa diventare buone, facendole entrare nello stesso ovile, ma una volta che il peccatore diviene parte della stessa parte non è più peccatore, diviene un buono, per cui potrebbe meritare il paradiso. Mai nessuno è entrato in paradiso che non fosse meritevole, per cui chi afferma che il paradiso non è dei santi e non vivono lì, dice una grande cavolata, ed insegna ed inculca nella gente che sempre non ragiona e non pensa, ma crede ciecamente a quello che afferma uno qualsiasi, che crede di essere illuminato. Come ho detto sopra se il sacerdote non ragiona senza lo Spirito Santo, dice tante stupidaggini.




Questa poi mi ha fatto sorridere.
Quando è stato il momento delle richieste al Signore, il pubblico ripeteva senza capire, come al solito tanti pappagalli.

Renderci misericordiosi come il Padre. “

La cosa mi fatto sbarrare gli occhi!
Allora vedo di spiegarvi perché questa affermazione è errata nella bocca di chiunque, anche fosse il pontefice.

Nessuno può chiedere di essere come Dio Padre, perché per essere come il Padre bisogna essere come il Figlio e lo Spirito Santo.
Questa frase per noi è impossibile da realizzare, Dio non concede a nessuno di essere misericordioso come Egli E', è matematicamente impossibile essere misericordiosi come Dio, oltretutto vi anche un altro discorso, nella frase si esclude il Figlio e lo Spirito Santo, cosa assai grave, perché la Trinità è un solo essere e allo stesso tempo tre diversi, ma la misericordia appartiene a tutti e tre allo stesso modo, per cui asserire di essere misericordiosi come il Padre esclude di fatto il Figlio e lo Spirito Santo, dall'essere misericordiosi e potrebbe sottintendere un recondito pensiero maligno. Inoltre è una richiesta errata, semmai sarebbe stato giusto ed umile chiedere di donarci la misericordia, non di “essere come il Padre” è un espressione di arroganza. Nessuno può essere come Dio, ricordiamoci la frase che descrive il nome dell'Arcangelo Michele, Mikael, che significa “chi è come Dio”, quindi chiedere di essere misericordiosi come Dio, è essere presuntuosi, una totale mancanza di umiltà.

Renderci misericordiosi come il Padre. “= facci diventare misericordiosi come il Padre cioè dei!!! In sostanza si chiede indirettamente di essere dei anche noi...un desiderio di deità.

Attenzione a quello che si dice e si fa dire alla gente.



lunedì 22 febbraio 2016

3ergoglio, la dottrina unificata.

3ergoglio e la confusione dottrinale.

Il titolo vi sembra troppo forte, allora guardiamo alle sue esternazioni se sono coerenti alla fede che dovrebbe professare, come sacerdote, neppure come pontefice.

Non serve fare la lista di ciò che non fa, o di quel che fa bene o non bene, ci basta questo articolo che già dice tutto.

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Francesco ai Luterani: "La dottrina è frutto di interpretazioni e non deve dividerci"

 
2) Mi chiamo Anke de Bernardinis e, come molte persone della nostra comunità, sono sposata con un italiano, che è un cristiano cattolico romano. Viviamo felicemente insieme da molti anni, condividendo gioie e dolori. E quindi ci duole assai l’essere divisi nella fede e non poter partecipare insieme alla Cena del Signore. Che cosa possiamo fare per raggiungere, finalmente, la comunione su questo punto?
Grazie, Signora. Alla domanda sul condividere la Cena del Signore non è facile per me risponderLe, soprattutto davanti a un teologo come il cardinale Kasper! Ho paura! Io penso che il Signore ci ha detto quando ha dato questo mandato: “Fate questo in memoria di me”. E quando condividiamo la Cena del Signore, ricordiamo e imitiamo, facciamo la stessa cosa che ha fatto il Signore Gesù. E la Cena del Signore ci sarà, il banchetto finale nella Nuova Gerusalemme ci sarà, ma questa sarà l’ultima.
Invece nel cammino, mi domando - e non so come rispondere, ma la sua domanda la faccio mia - io mi domando: condividere la Cena del Signore è il fine di un cammino o è il viatico per camminare insieme? Lascio la domanda ai teologi, a quelli che capiscono. E’ vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina – sottolineo la parola, parola difficile da capire – ma io mi domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso Battesimo dobbiamo camminare insieme. Lei è una testimonianza di un cammino anche profondo perché è un cammino coniugale, un cammino proprio di famiglia, di amore umano e di fede condivisa. Abbiamo lo stesso Battesimo. Quando Lei si sente peccatrice – anche io mi sento tanto peccatore – quando suo marito si sente peccatore, Lei va davanti al Signore e chiede perdono; Suo marito fa lo stesso e va dal sacerdote e chiede l’assoluzione. Sono rimedi per mantenere vivo il Battesimo. Quando voi pregate insieme, quel Battesimo cresce, diventa forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, perché è venuto Gesù, cosa ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia in lingua luterana che in lingua cattolica, ma è lo stesso. La domanda: e la Cena? Ci sono domande alle quali soltanto se uno è sincero con sé stesso e con le poche “luci” teologiche che io ho, si deve rispondere lo stesso, vedete voi. “Questo è il mio Corpo, questo è il mio sangue”, ha detto il Signore, “fate questo in memoria di me”, e questo è un viatico che ci aiuta a camminare. Io ho avuto una grande amicizia con un vescovo episcopaliano, 48enne, sposato, due figli e lui aveva questa inquietudine: la moglie cattolica, i figli cattolici, lui vescovo. Lui accompagnava la domenica sua moglie e i suoi figli alla Messa e poi andava a fare il culto con la sua comunità. Era un passo di partecipazione alla Cena del Signore. Poi lui è andato avanti, il Signore lo ha chiamato, un uomo giusto. Alla sua domanda Le rispondo soltanto con una domanda: come posso fare con mio marito, perché la Cena del Signore mi accompagni nella mia strada? E’ un problema a cui ognuno deve rispondere. Ma mi diceva un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. E’ presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni…”. La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più.


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In tanto prima di tutto il titolo solitamente è il pensiero di sintesi di un intero articolo che dovrebbe in una riga esprimere il vero concetto di quel che contiene il cuore del discorso.

Francesco ai Luterani: "La dottrina è frutto di interpretazioni e non deve dividerci"



Se i testi sacri sono frutto di interpretazione, significa che per 3ergoglio, Cristo è interpretazione, quasi alla stregua di un invenzione, che ogni credente può fare come meglio crede, interpretare a seconda del proprio metodo di valutazione, e questo indica anche che 3ergoglio attua una sua interpretazione totalmente avulsa dal contenuto evangelico, un interpretazione tutta sua. Dove applicare le norme a seconda del proprio tornaconto ed intento finale.
Questo stesso titolo esprime già il senso totale e la propensione di 3ergoglio verso la protestantizzazione della chiesa. Quel che mi chiedo è, il patriarca di Russia è anch'egli sulla stessa linea?
Quindi, secondo 3ergoglio, la fede cioè Cristo non deve dividere ma unire, quando in realtà Cristo disse il contrario, sono venuto per dividere, quindi chi tenta di unire è satana.
Ma andiamo avanti nella lettura di questo documento…
Prima di commentare il testo, devo dire che la lettera così come è posta è estremamente astuta, melliflua, che tende a mescolare le volontà di Cristo, con le volontà umane e a rimaneggiare la stessa parola lasciata, per far divenire Cristo non più un Dio ma solo un modello base sul quale orchestrare una propria personale visione della dottrina e non fede.


Grazie, Signora. Alla domanda sul condividere la Cena del Signore non è facile per me risponderle, soprattutto davanti a un teologo come il cardinale Kasper! Ho paura!
Questa espressione è ridicola, e furbesca, vuole far credere di temere il suo amico teologo avanguardista Kasper, vuol far credere a noi che egli la pensa in modo diverso, quando proprio la parola “Ho paura” ne fa comprendere una finzione, in realtà da come è scritto, se ne comprende una perfetta sintonia tra i due.

Io penso che il Signore ci ha detto quando ha dato questo mandato: “Fate questo in memoria di me”.
Già il fatto di porre questa frase “Fate questo in memoria di me”.in questo contento vuole far credere che il pensiero che viene dopo sia pensiero di Cristo, quando in realtà è solo il suo.

(Attenzione a come si usano le parole, perché esse dicono tutto.)
E quando condividiamo la Cena del Signore, ricordiamo e imitiamo, facciamo la stessa cosa che ha fatto il Signore Gesù. E la Cena del Signore ci sarà, il banchetto finale nella Nuova Gerusalemme ci sarà, ma questa sarà l’ultima.
Usa la parola “condividiamo” il realtà Cristo non ha condiviso la cena con coloro che era fuori dalla sua volontà, ne tanto meno con coloro che erano suoi oppositori, ne che esprimevano la sua volontà in modo diverso dal suo, tant'è vero che la cena l'ha fatta in luogo chiuso e riparato, lontano da sguardi, ma solo con chi gli credeva e con i suoi, scelti da Lui, questo significa molto, ed è un discorso completamente opposto a quanto 3ergoglio vorrebbe far intendere. Ci sono molti modi per far una cena, e non è detto che questi abbiano intenti identici a quelli espressi da chi per primo l'ha proposta.

- io mi domando: condividere la Cena del Signore è il fine di un cammino o è il viatico per camminare insieme? “
Ma prima di giungere a quella metà o per correre quel cammino, bisogna credere in Cristo, bisogna amarlo, e non bisogna stravolgere la sua parola come ci fa più comodo, rendendola edulcorata.

Lascio la domanda ai teologi, a quelli che capiscono. “ altra frase furba, che vorrebbe far credere che lui non capisce e che sono altri che lo imbeccano, ma chi ci crede è proprio sciocco. Oltretutto è anche contraddittoria, perché dire “quelli che ci capiscono” è come dire che lui parla per nulla a vanvera.

E’ vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina – sottolineo la parola, parola difficile da capire – ma io mi domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso Battesimo dobbiamo camminare insieme.”
Se ci fu lo scisma significa che le due posizioni della chiesa e dei luterani erano completamente differenti e distanti. Che poi ci possano essere state delle mezze-verità questo è un altro discorso, ma il protestantesimo nega verità di fede, che non sono colmabili. Quindi un tentativo di avvicinamento significa che il cristiano deve negare alcune verità di fede consolidate da secoli, questo non è possibile, per far ciò bisogna distruggere e mediare una dottrina intermedia, che attui una sorta di eguaglianza dottrinale, ma questo porterà alla distruzione della chiesa in se stessa.

Lei è una testimonianza di un cammino anche profondo perché è un cammino coniugale, un cammino proprio di famiglia, di amore umano e di fede condivisa. Abbiamo lo stesso Battesimo.
Sarò mai valido il battesimo dei protestanti? 3ergoglio,asserisce che il battesimo protestante è uguale al nostro, lo sarà nei modi, ma lo è anche nello spirito, io dico di no! Chi infatti protesta e contesta la verginità di Maria, la sua assunzione, la sua immacolata concezione è come uno che si mette la mola intorno al collo e si butta nel pozzo. Quindi il battesimo fatto da costoro non è valido nei cieli.

Quando Lei si sente peccatrice – anche io mi sento tanto peccatore – quando suo marito si sente peccatore, Lei va davanti al Signore e chiede perdono; Suo marito fa lo stesso e va dal sacerdote e chiede l’assoluzione. Sono rimedi per mantenere vivo il Battesimo.”
Cristo non ha mai detto che se parlava con un peccatore anche lui si sentiva peccatore, è un idiozia, il peccato appartiene a chi lo fa, non si sposta da persona a persona. Cosa centra l'assoluzione cosa il battesimo, nulla!!!

Quando voi pregate insieme, quel Battesimo cresce, diventa forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, perché è venuto Gesù, cosa ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia in lingua luterana che in lingua cattolica, ma è lo stesso.”
Tutto dipende cosa insegnano le rispettive dottrine.

La domanda: e la Cena? Ci sono domande alle quali soltanto se uno è sincero con sé stesso e con le poche “luci” teologiche che io ho, si deve rispondere lo stesso, vedete voi. “
Certo che lui ha “io ho” già il fatto che pone quell'io, indica che c'è presunzione nel suo modo di parlare e lo si evince dalla frase “ le poche luci che io ho”. E poi dice che lui non è teologo e che lascia agli altri dir e pensare, ma cosa sta dicendo.

Questo è il mio Corpo, questo è il mio sangue”, ha detto il Signore, “fate questo in memoria di me”, e questo è un viatico che ci aiuta a camminare. Io ho avuto una grande amicizia con un vescovo episcopaliano, 48enne, sposato, due figli e lui aveva questa inquietudine: la moglie cattolica, i figli cattolici, lui vescovo. Lui accompagnava la domenica sua moglie e i suoi figli alla Messa e poi andava a fare il culto con la sua comunità. Era un passo di partecipazione alla Cena del Signore.”
Solo che il Signore Gesù Cristo non aveva moglie ne figli, piccola differenza perché i figli sono gli apostoli.
Mescolare le parole è sempre stato utile per somministrare confusione.

Poi lui è andato avanti, il Signore lo ha chiamato, un uomo giusto. Alla sua domanda Le rispondo soltanto con una domanda: come posso fare con mio marito, perché la Cena del Signore mi accompagni nella mia strada? E’ un problema a cui ognuno deve rispondere. Ma mi diceva un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. E’ presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni…”.
E certo per non voler dire la verità sono sempre interpretazioni… quando si dimentica volutamente che Cristo ordinò a Pietro di abbandonare la sua casa e sua moglie, forse aveva anche figli. 3ergoglio avrebbe dovuto rispondere, lasci suo marito se vuole salvare le vostre anime….

La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più.
Ecco il protestante che crede in Paolo e non non in Cristo. Che ha riposto il suo credo in uomo e non un un Dio. Che pone un apostolo più alto del suo Dio che è il Signore, anche se parla del Signore, ma crede in chi gli ha riferito che il Signore è tale.

Questo modo mellifluo e astuto di parlare, non porta credenti a Cristo ma li fa fuggire perché porta scompiglio alle certezze di fede di molti. Che presi dallo sconforto abbandonano Cristo per darsi al mondo e magari prendere una fede che li dannerà in eterno. 
Quando i protestanti capiranno il loro errore forse sarà tardi!

giovedì 18 febbraio 2016

I SANTI IN TOUR FANNO MIRACOLI!!!

Il Tour dei Santi, un idea brillante!


In questo il Pontefice Francesco ha azzeccato non si può essere sempre ingiusti, bisogna anche dire che talune idee sono buone e fanno bene, sopratutto allo spirito oltre che alla mente e al corpo. Tralasciando altre cose, che per ora non ci interessano, guardiamo al positivo di questi eventi.. certamente questi eventi, portano a Francesco ancora più consensi e inducono una maggiore propensione ad essere accondisceso e creduto, io rimango fermo, al fatto, altro non dico. 

Vediamo di capire perché le grazie avvengono con tanta velocità e con tanta forza, cercherò di spiegarvi bene le cose, visto che Nostro Signore mi ha reso concesso tanta grazia nel sapere la verità dello Spirito. Quindi io devo dire la verità per quella che è!!! 

Insegnare ed elargire la verità è la cosa più importante per far meglio apprezzare la Potenza e la Gloria di Dio, sono qui per questo!!! 

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Articolo del Mattino di Padova:

17 febbraio 2016

L'annuncio al Santo. Una ragazza con grave infezione al volto appoggia alla mascella malata un fazzoletto che poco prima era appoggiagto alla teca del Santo e guarisce: i medici non sanno dare una spiegazionedi Silvia Quaranta

PADOVA. Probabile miracolo di San Leopoldo: a dare l'annuncio è l’Arcivescovo Giovanni Tonucci, delegato pontificio per la basilica di sant’Antonio e prelato di Loreto, durante la messa di questa mattina al Santo.

Il miracolo sarebbe successo lunedì mattina a Loreto, dove la teca del santo era stata esposta alla venerazione dei pellegrini: si parla di una ragazza con una grave infezione alla mascella, misteriosamente guarita prima dell'intervento chirurgico.

Di fronte allo stupore dei medici, la ragazza avrebbe
spiegato che la zia, poco prima, le aveva appoggiato sulla guancia un fazzoletto che aveva passato sull'urna di San Leopoldo. I medici, secondo quanto raccontato dall'arcivescovo Tonucci, stanno cercando delle spiegazioni razionali, per dimostrare che questa guarigione è davvero miracolosa.

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Per quale ragione avvengono questi miracoli così rapidi?

Intanto prima di tutto, è tutta responsabilità del credente stesso, che si appresta a chiedere la grazia con vera e fervente fede, cioè come dico sempre se non c'è certezza nelle fede, nulla si ottiene. 
Così come fu per l'Emorroissa, che pensava in cuor suo, che bastava toccare la veste e sarebbe guarita, sapeva ed infatti ottenne la grazia perché ne aveva certezza e non dubitava, questo è il segreto fondamentale. Così anche il centurione che possiamo dire ancora più grande, visto che non servì neppure il tocco, bastò la parola, "vai il tuo servo è guarito!"


Ora come avviene questo fatto ai santi non più in vita? 
Si perché il caso di Gesù era in vita, quando accaddero queste cose. 
Qui invece il santo è morto, vi è solo il suo corpo, eppure questo corpo spesso è incorrotto, permette egualmente il miracolo. Il motivo è anche in un certo senso semplice da comprendere, sta nel fatto che il Santo, essendo stato esempio di virtù in vita e ricettacolo del Signore Nostro Dio, cioè suo tempio perfetto, in terra, e Sua manifestazione, più il santo era perfetto nelle opere e nella preghiera e più esso era santo presso Dio, per cui ogni santo va da se, ogni santo compie i miracoli in relazione proprio alle sue doti carismatiche o poteri che Dio gli elargì quanto era in vita. Passato a miglior vita, sul corpo del defunto Santo, rimane un a"aurea" di santità, un forma eterica tipo plasma che ne mantiene inalterato lo stato di conservazione per sempre, cioè il tempo non agisce se non limitatamente ad alcune parti del corpo, mentre altre sono quasi perfettamente o perfettamente conservate, questa "energia" è proporzionalmente più intensa in relazione appunto al grado di santità del soggetto santo, per cui chiunque tocchi questa persona che in sostanza è come se fosse viva, ne riceve da essa, la grazia che desidera, ovviamente deve desiderare la grazia, non è come Gesù che la grazia poteva venire lo stesso, anche senza una specifica volontà, c'è una differenza sostanziale tra Dio e i santi umani, essi attingono da Dio il loro potere, che in realtà è potere di Dio, per cui, il Santo umano va pregato e implorato, mentre per Gesù basta un tocco e una parola, sempre con lo stesso desiderio. Questa energia che circonda il loro corpo, si espande fin oltre una certa distanza, ma ovviamente più si è vicini più la grazia è facile ottenerla. Quindi anche il recarsi alla salma del santo è un atto di umiltà che la persona fa verso Dio, aumenta molto di più la possibilità di ottenere il miracolo. per cui appoggiare un fazzoletto in prossimità del volto o delle mani, ne attinge di questa forza invisibile che rimane impregnata su di esso, e la persona che lo stringerà a se, dove ha il suo male, sarà risanata. Quindi è un evento totalmente normale per quello che riguarda la santità di costoro, sicuramente se il corpo rimanesse esposto per sempre ci sarebbero un infinità di grazie molto di più che non racchiuso nella sua tomba. E questo vale per qualsiasi santo le cui spoglie sono incorrotte, il pontefice a mio parere farebbe cosa giusta e buona e sicuramente una grande misericordia se facesse esporre tutte le spoglie di tutti i santi il cui corpo è incorrotto, forse questo potrebbe arginare quello che deve venire, perché certamente molti si convertirebbero ed egli forse avrebbe una grazia per se stesso. 

Consiglio le persone andate ovunque ci siano le spoglie dei santi, e chiedete grazie non solo per voi, ma fate un fioretto anche per gli altri specie per chi non crede, chiedete pietà a Dio per il mondo intero, date qualcosa di voi in sofferenze e vedrete che l'Immacolata sarà felicissima accontentarvi tutti, non c'è limite a Dio, nel concedere qualsiasi voglia grazia. 


Per altro mia nonna era devotissima a S.Leopoldo Mandic e l'allora vescovo di Padova, nel 1958 la considerava una santa, tanto che in punto di morte gli fece visita e tutta la mia famiglia è sempre stata devotissima a questo Santo oltre che alla vergine S.S.ma, per altro la mia prima apparizione in luogo pubblico l'ebbi proprio difronte alla statua della Vergine, ma sono un tipo che cela tutto in modo così perfetto che nessuno se ne accorse, per cui sono sempre stato devoto alla Vergine prima di tutto.

importante

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!