3ergoglio e la confusione dottrinale.
Il
titolo vi sembra troppo forte, allora guardiamo alle sue esternazioni
se sono coerenti alla fede che dovrebbe professare, come sacerdote,
neppure come pontefice.
Non
serve fare la lista di ciò che non fa, o di quel che fa bene o non
bene, ci basta questo articolo che già dice tutto.
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2)
Mi chiamo Anke de Bernardinis e, come molte persone della nostra
comunità, sono sposata con un italiano, che è un cristiano
cattolico romano. Viviamo felicemente insieme da molti anni,
condividendo gioie e dolori. E quindi ci duole assai l’essere
divisi nella fede e non poter partecipare insieme alla Cena del
Signore. Che cosa possiamo fare per raggiungere, finalmente, la
comunione su questo punto?
Grazie,
Signora. Alla domanda sul condividere la Cena del Signore non è
facile per me risponderLe, soprattutto davanti a un teologo come il
cardinale Kasper! Ho paura! Io penso che il Signore ci ha
detto quando ha dato questo mandato: “Fate questo in memoria di
me”. E quando condividiamo la Cena del Signore, ricordiamo e
imitiamo, facciamo la stessa cosa che ha fatto il Signore Gesù. E la
Cena del Signore ci sarà, il banchetto finale nella Nuova
Gerusalemme ci sarà, ma questa sarà l’ultima.
Invece
nel cammino, mi domando - e non so come rispondere, ma la sua domanda
la faccio mia - io mi domando: condividere la Cena del Signore è il
fine di un cammino o è il viatico per camminare
insieme? Lascio la domanda ai teologi, a quelli che capiscono. E’
vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono
differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina –
sottolineo la parola, parola difficile da capire – ma io mi
domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso
Battesimo dobbiamo camminare insieme. Lei è una testimonianza di un
cammino anche profondo perché è un cammino coniugale, un cammino
proprio di famiglia, di amore umano e di fede condivisa. Abbiamo lo
stesso Battesimo. Quando Lei si sente peccatrice – anche io mi
sento tanto peccatore – quando suo marito si sente peccatore, Lei
va davanti al Signore e chiede perdono; Suo marito fa lo stesso e va
dal sacerdote e chiede l’assoluzione. Sono rimedi per mantenere
vivo il Battesimo. Quando voi pregate insieme, quel Battesimo cresce,
diventa forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù,
perché è venuto Gesù, cosa ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia
in lingua luterana che in lingua cattolica, ma è lo stesso. La
domanda: e la Cena? Ci sono domande alle quali soltanto se uno è
sincero con sé stesso e con le poche “luci” teologiche che io
ho, si deve rispondere lo stesso, vedete voi. “Questo è il mio
Corpo, questo è il mio sangue”, ha detto il Signore, “fate
questo in memoria di me”, e questo è un viatico che ci aiuta a
camminare. Io ho avuto una grande amicizia con un vescovo
episcopaliano, 48enne, sposato, due figli e lui aveva questa
inquietudine: la moglie cattolica, i figli cattolici, lui vescovo.
Lui accompagnava la domenica sua moglie e i suoi figli alla Messa e
poi andava a fare il culto con la sua comunità. Era un passo di
partecipazione alla Cena del Signore. Poi lui è andato avanti, il
Signore lo ha chiamato, un uomo giusto. Alla sua domanda Le rispondo
soltanto con una domanda: come posso fare con mio marito, perché la
Cena del Signore mi accompagni nella mia strada? E’ un problema a
cui ognuno deve rispondere. Ma mi diceva un pastore amico: “Noi
crediamo che il Signore è presente lì. E’ presente. Voi credete
che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh,
sono le spiegazioni, le interpretazioni…”. La vita è più grande
delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al
Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”, così ci dice
Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai
dare permesso di fare questo perché non è mia competenza.
Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate
avanti. Non oso dire di più.
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In
tanto prima di tutto il titolo solitamente è il pensiero di sintesi
di un intero articolo che dovrebbe in una riga esprimere il vero
concetto di quel che contiene il cuore del discorso.
Se
i testi sacri sono frutto di interpretazione, significa che per
3ergoglio, Cristo è interpretazione, quasi alla stregua di un
invenzione, che ogni credente può fare come meglio crede,
interpretare a seconda del proprio metodo di valutazione, e questo
indica anche che 3ergoglio attua una sua interpretazione totalmente
avulsa dal contenuto evangelico, un interpretazione tutta sua. Dove
applicare le norme a seconda del proprio tornaconto ed intento
finale.
Questo
stesso titolo esprime già il senso totale e la propensione di
3ergoglio verso la protestantizzazione della chiesa. Quel che mi
chiedo è, il patriarca di Russia è anch'egli sulla stessa linea?
Quindi,
secondo 3ergoglio, la fede cioè Cristo non deve dividere ma unire,
quando in realtà Cristo disse il contrario, sono venuto per
dividere, quindi chi tenta di unire è satana.
Ma
andiamo avanti nella lettura di questo documento…
Prima
di commentare il testo, devo dire che la lettera così come è posta
è estremamente astuta, melliflua, che tende a mescolare le volontà
di Cristo, con le volontà umane e a rimaneggiare la stessa parola
lasciata, per far divenire Cristo non più un Dio ma solo un modello
base sul quale orchestrare una propria personale visione della
dottrina
e non fede.
“Grazie,
Signora. Alla domanda sul condividere la Cena del Signore non è
facile per me risponderle, soprattutto
davanti a un teologo come il cardinale Kasper!
Ho paura!
“
Questa
espressione è ridicola, e furbesca, vuole far credere di temere il
suo amico teologo avanguardista Kasper, vuol far credere a noi che
egli la pensa in modo diverso, quando proprio la parola “Ho
paura”
ne fa comprendere una finzione, in realtà da come è scritto, se ne
comprende una perfetta sintonia tra i due.
Io
penso che il Signore ci ha detto quando ha dato questo mandato: “Fate
questo in memoria di me”.
Già
il fatto di porre questa frase “Fate questo in memoria di
me”.in questo contento vuole far credere che il pensiero
che viene dopo sia pensiero di Cristo, quando in realtà è solo il
suo.
(Attenzione
a come si usano le parole, perché esse dicono tutto.)
E
quando condividiamo la Cena del Signore, ricordiamo e imitiamo,
facciamo la stessa cosa che ha fatto il Signore Gesù. E la Cena del
Signore ci sarà, il banchetto finale nella Nuova Gerusalemme ci
sarà, ma questa sarà l’ultima.
Usa
la parola “condividiamo” il realtà Cristo non ha
condiviso la cena con coloro che era fuori dalla sua volontà, ne
tanto meno con coloro che erano suoi oppositori, ne che esprimevano
la sua volontà in modo diverso dal suo, tant'è vero che la cena
l'ha fatta in luogo chiuso e riparato, lontano da sguardi, ma solo
con chi gli credeva e con i suoi, scelti da Lui, questo significa
molto, ed è un discorso completamente opposto a quanto 3ergoglio
vorrebbe far intendere. Ci sono molti modi per far una cena, e non è
detto che questi abbiano intenti identici a quelli espressi da chi
per primo l'ha proposta.
“ -
io mi domando: condividere la Cena del Signore è il fine di
un cammino o è il viatico per camminare insieme? “
Ma
prima di giungere a quella metà o per correre quel cammino, bisogna
credere in Cristo, bisogna amarlo, e non bisogna stravolgere la sua
parola come ci fa più comodo, rendendola edulcorata.
“Lascio
la domanda ai teologi, a quelli che capiscono. “ altra
frase furba, che vorrebbe far credere che lui non capisce e che sono
altri che lo imbeccano, ma chi ci crede è proprio sciocco.
Oltretutto è anche contraddittoria, perché dire “quelli
che ci capiscono”
è come dire che lui parla per nulla a vanvera.
“E’
vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono
differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina –
sottolineo la parola, parola difficile da capire – ma io mi
domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso
Battesimo dobbiamo camminare insieme.”
Se
ci fu lo scisma significa che le due posizioni della chiesa e dei
luterani erano completamente differenti e distanti. Che poi ci
possano essere state delle mezze-verità questo è un altro discorso,
ma il protestantesimo nega verità di fede, che non sono colmabili.
Quindi un tentativo di avvicinamento significa che il cristiano deve
negare alcune verità di fede consolidate da secoli, questo non è
possibile, per far ciò bisogna distruggere e mediare una dottrina
intermedia, che attui una sorta di eguaglianza dottrinale, ma questo
porterà alla distruzione della chiesa in se stessa.
Lei
è una testimonianza di un cammino anche profondo perché è un
cammino coniugale, un cammino proprio di famiglia, di amore umano e
di fede condivisa. Abbiamo lo stesso Battesimo.
Sarò
mai valido il battesimo dei protestanti? 3ergoglio,asserisce che il
battesimo protestante è uguale al nostro, lo sarà nei modi, ma lo è
anche nello spirito, io dico di no! Chi infatti protesta e contesta
la verginità di Maria, la sua assunzione, la sua immacolata
concezione è come uno che si mette la mola intorno al collo e si
butta nel pozzo. Quindi il battesimo fatto da costoro non è valido
nei cieli.
“Quando
Lei si sente peccatrice – anche io mi sento tanto peccatore –
quando suo marito si sente peccatore, Lei va davanti al Signore e
chiede perdono; Suo marito fa lo stesso e va dal sacerdote e chiede
l’assoluzione. Sono rimedi per mantenere vivo il Battesimo.”
Cristo
non ha mai detto che se parlava con un peccatore anche lui si sentiva
peccatore, è un idiozia, il peccato appartiene a chi lo fa, non si
sposta da persona a persona. Cosa centra l'assoluzione cosa il
battesimo, nulla!!!
“Quando
voi pregate insieme, quel Battesimo cresce, diventa forte; quando voi
insegnate ai vostri figli chi è Gesù, perché è venuto Gesù, cosa
ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia in lingua luterana che in
lingua cattolica, ma è lo stesso.”
Tutto
dipende cosa insegnano le rispettive dottrine.
“La
domanda: e la Cena? Ci sono domande alle quali soltanto se uno è
sincero con sé stesso e con le poche “luci” teologiche che
io ho, si deve
rispondere lo stesso, vedete voi. “
Certo
che lui ha “io
ho”
già il fatto che pone quell'io, indica che c'è presunzione nel suo
modo di parlare e lo si evince dalla frase “
le poche luci che io ho”.
E poi dice che lui non è teologo e che lascia agli altri dir e
pensare, ma cosa sta dicendo.
“Questo
è il mio Corpo, questo è il mio sangue”, ha detto il Signore,
“fate questo in memoria di me”, e questo è un viatico che ci
aiuta a camminare. Io ho avuto una grande amicizia con un vescovo
episcopaliano, 48enne, sposato, due figli e lui aveva questa
inquietudine: la moglie cattolica, i figli cattolici, lui vescovo.
Lui accompagnava la domenica sua moglie e i suoi figli alla Messa e
poi andava a fare il culto con la sua comunità. Era un passo di
partecipazione alla Cena del Signore.”
Solo
che il Signore Gesù Cristo non aveva moglie ne figli, piccola
differenza perché i figli sono gli apostoli.
Mescolare
le parole è sempre stato utile per somministrare confusione.
“Poi
lui è andato avanti, il Signore lo ha chiamato, un uomo giusto. Alla
sua domanda Le rispondo soltanto con una domanda: come posso fare con
mio marito, perché la Cena del Signore mi accompagni nella mia
strada? E’ un problema a cui ognuno deve rispondere. Ma mi diceva
un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. E’
presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la
differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni…”.
E
certo
per non voler dire la verità sono sempre interpretazioni… quando
si dimentica volutamente che Cristo ordinò a Pietro di abbandonare
la sua casa e sua moglie, forse aveva anche figli. 3ergoglio avrebbe
dovuto rispondere, lasci suo marito se vuole salvare le vostre
anime….
La
vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate
riferimento al Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”,
così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò
mai dare permesso di fare questo perché non è mia
competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e
andate avanti. Non oso dire di più.
Ecco
il protestante che crede in Paolo e non non in Cristo. Che ha riposto
il suo credo in uomo e non un un Dio. Che pone un apostolo più alto
del suo Dio che è il Signore, anche se parla del Signore, ma crede
in chi gli ha riferito che il Signore è tale.
Questo
modo mellifluo e astuto di parlare, non porta credenti a Cristo ma li
fa fuggire perché porta scompiglio alle certezze di fede di molti.
Che presi dallo sconforto abbandonano Cristo per darsi al mondo e
magari prendere una fede che li dannerà in eterno.
Quando i protestanti capiranno il loro errore forse sarà tardi!