Gesù
sapeva distinguere?
Ieri
a messa sono rimasto sconcertato per un affermazione di un giovane
sacerdote, secondo il mio punto di vista fin troppo moderno. Cmq,
aldilà di come si presenta ed eccessiva sbrigatività, guardo a
quello che dice a quello che afferma, che m'interessa di più, e come
il mio solito prendo nota subito delle espressioni usate e dei
concetti che i sacerdoti vogliono trasmettere al pubblico.
La prima espressione
che mi ha destato un certo senso di sgomento è stata questa.
La
frase la disse nel contesto di dire che Gesù essendo vissuto tra gli
uomini ha imparato a distinguere, per cui ne è venuto fuori con
questa frase, “Gesù sapeva distinguere.”
L'espressione
per chi non sa cogliere il vero pensiero, potrebbe non dir nulla di
male, invece il male sta proprio nell'espressione stessa.
Attestare
che Gesù sapeva distinguere significa che, colui che pensa ciò,
crede che Gesù non sia Dio, ma solo un uomo, per un motivo molto
semplice.
Dire
ad una persona tu sai distinguere, la classifichi come un essere
umano, che è vissuto e ha appreso la distinzione tra maschio e
femmina o uomo e donna, tra bene e male, etc, ma si può dire ad un
Dio che sa tutto, tu sai distingue? No! Per il semplice motivo che è
ovvio che un Dio sa distingue, altrimenti non sarebbe Dio se non
sapesse distingue, ma questa curiosa espressione nasconde un altro
proposito. Quando si asserisce innanzi ad un pubblico questo genere
di espressioni si sta subdolamente trasmettendo un pensiero che vuol
far credere che Gesù era solo un uomo e poco Dio, perché un vero
conoscitore della parola di Dio, non avrebbe mai usato questa
espressione, se in esso avesse avuto lo Spirito Santo, ma oggi giorno
quanti sono i sacerdoti “santi”che posso permettersi di non dire
simili eresie?
Da
ciò comprendiamo che bisogna ascoltare con molta attenzione le
singole espressioni di un sacerdote, anche qualsiasi essere umano; certo, incentrate nel discorso
che sta facendo, ma esse rivelano molto precisamente sia i suoi
pensieri che le sue vere intenzioni e cosa realmente esso vuole
trasmettere al popolo che lo ascolta, molto spesso anzi quasi sempre
questo popolo per quanto sia formato da persone di tutti i tuoi di
intelligenza, spesso anche coloro che sono assai intelligenti non vedono e non percepiscono queste piccole sottigliezze che magari non sono
dette nemmeno pensando, ma dimostrano in realtà i pensieri celati,
nascosti di chi le afferma.
E il popolo beve come se fosse oro puro.
Questi
generi di frasi, inserite anche in un bel discorso hanno l'unico
scopo di tarlare la deità di Cristo, e renderlo meno Dio, di quanto
sia, e ogni volta si inseriscono nella mente umana nuovi strani
concetti che alla fine si accumulano tutti assieme producendo nel
popolo non più un affettività positiva verso Gesù, ma distorta, si
arriva a pensare e considerare Cristo ne più e ne meno che un
semplice essere umano che si è elevato spiritualmente in maniera
autonoma, determinando una sua veduta. Ovviamente questi concetti
errati, che nascono in seno ad una pessima affettività verso Dio,
fanno bene alla parte avversa, specialmente fanno bene a quanti
combatto Cristo con svariati artifici, che la nostra società
sagacemente propina, e ovviamente questi giovani preti, e non solo
giovani, si lasciano prendere da idee promosse da chi opera
sotterraneamente per demolire il palazzo. Per cui un buon sacerdote
deve sempre ponderare con assoluta ed estrema attenzione quando va
dicendo alla folla, quando insegna, perché altrimenti non fa opera
santificante, ma demolente ed esso stesso diviene senza rendersene
conto aiutante di satana. Quindi bisogna stare veramente attenti e
pensare bene a quello che si afferma, per non dire cretinate ed
insegnare cose sbagliate.
Altra
affermazione di questo sacerdote.
“Il paradiso
non è pieno di santi, ma di peccatori come noi!”?
Se in paradiso ci fossero i peccatori, come noi, i santi dove
sarebbero?
L'espressione è alquanto strana, e contraddittoria, il paradiso è
fatto di Santi, e non certo di peccatori, perché allora se fosse
come questo prete dice, Dio porta in paradiso chi non merita, il
paradiso non sarebbe paradiso ma ben altro posto, tutto al suo
opposto.
Ma se vogliamo essere magnanimi forse il prete intendeva dire che in
paradiso ci possono andare anche i peccatori come noi, sempre che
questi peccatori vogliano redimersi, perché se sono peccatori
impenitenti, “come noi”, allora certamente il paradiso nemmeno
col binocolo lo vedono.
Ma l'espressione lascia molte lacune di eresia, “non è pieno di
Santi” è come dire che Dio non è SANTO, ma che esso è in realtà
fatto per i peccatori, certamente Cristo cercava i peccatori per
convertirli, ma una volta che il peccatori era convertito era un
passo dalla santità per cui cambiava il suo stato, e passava da
peccatore a Santo, quindi l'affermazione sarebbe sbagliata comunque
sia, e non tiene presente di questo cambiamento, per cui anche dei
due ladroni sulla croce, uno crede in Gesù e l'altro lo denigra,
tutti e due erano peccatori, seguendo la logica di questo prete, Cristo avrebbe dovuto salvare entrambi se il paradiso è per i
peccatori non per i santi, evidentemente il prete si vede nella
classe dei peccatori più che dei santi, per cui non è certo che
sarà salvato, per cui dice o trova la scusa per sentirsi anch'esso
salvato, dicendo a tutti che i peccatori sono la classe più grande e
non i santi, non accorgendosi che affermando ciò bestemmia Dio.
Che Gesù cercava i peccatori per redermeli, era ovvio, i buoni non
certo li deve salvare qualcuno, perché sono già sulla strada della
salvezza, per cui si cercano le pecorelle smarrite e le si fa
diventare buone, facendole entrare nello stesso ovile, ma una volta
che il peccatore diviene parte della stessa parte non è più
peccatore, diviene un buono, per cui potrebbe meritare il paradiso.
Mai nessuno è entrato in paradiso che non fosse meritevole, per cui
chi afferma che il paradiso non è dei santi e non vivono lì, dice
una grande cavolata, ed insegna ed inculca nella gente che sempre non
ragiona e non pensa, ma crede ciecamente a quello che afferma uno
qualsiasi, che crede di essere illuminato. Come ho detto sopra se il
sacerdote non ragiona senza lo Spirito Santo, dice tante
stupidaggini.
Questa
poi mi ha fatto sorridere.
Quando
è stato il momento delle richieste al Signore, il pubblico ripeteva
senza capire, come al solito tanti pappagalli.
“Renderci
misericordiosi come il Padre. “
La cosa mi fatto sbarrare gli occhi!
Allora vedo di spiegarvi perché questa affermazione è errata nella
bocca di chiunque, anche fosse il pontefice.
Nessuno può chiedere di essere come Dio Padre, perché per essere
come il Padre bisogna essere come il Figlio e lo Spirito Santo.
Questa frase per noi è impossibile da realizzare, Dio non concede a
nessuno di essere misericordioso come Egli E', è matematicamente
impossibile essere misericordiosi come Dio, oltretutto vi anche un
altro discorso, nella frase si esclude il Figlio e lo Spirito Santo,
cosa assai grave, perché la Trinità è un solo essere e allo stesso
tempo tre diversi, ma la misericordia appartiene a tutti e tre allo
stesso modo, per cui asserire di essere misericordiosi come il Padre
esclude di fatto il Figlio e lo Spirito Santo, dall'essere
misericordiosi e potrebbe sottintendere un recondito pensiero
maligno. Inoltre è una richiesta errata, semmai sarebbe stato
giusto ed umile chiedere di donarci la misericordia, non di “essere
come il Padre” è un espressione di arroganza. Nessuno può
essere come Dio, ricordiamoci la frase che descrive il nome
dell'Arcangelo Michele, Mikael, che significa “chi è come
Dio”, quindi chiedere
di essere misericordiosi come Dio, è essere presuntuosi, una totale
mancanza di umiltà.
“Renderci
misericordiosi come il Padre. “= facci diventare misericordiosi
come il Padre cioè dei!!! In
sostanza si chiede indirettamente di essere dei anche noi...un
desiderio di deità.
Attenzione
a quello che si dice e si fa dire alla gente.