martedì 27 febbraio 2018

Don Pompei e la fede.



Ascoltate prima il video e poi leggete quello che ho risposto. 

Voglio rispondere qui, anzichè sotto il video di Don Leonardo Maria Pompei a quanto Lui stesso asserisce nella sua omelia. 

Infatti ha ragione la trasfigurazione serviva a Gesù perchè poi dopo la resurrezione si ricordassero di Lui nel suo vero aspetto, infatti cosa ci raccontano i  vangeli, che quando è apparso anche sulle rive del lago di Tiberiade dopo la resurrezione, nessuno lo riconobbe subito, perchè aveva preso quelle sembianze reali sue proprie, non l'apparenza con cui era nato.

Il discorso che dice che noi diventeremo più belli, questo proprio non è vero, l'aspetto nostro non cambia, semmai l'anima diventa più candida, più pura, immacolata, splendente, santa ma sempre in relazione alle opere che abbiamo fatto, infatti ci sono livelli di santità., ma l'aspetto nostro rimane tale quale, semmai torniamo ad un età dove eravamo più giovani, ma non diventiamo più belli.
Dio non guarda il tuo aspetto esteriore e non ti cambia solo per renderti più bello esteriormente, niente affatto.  Quanto è avvenuto a Cristo non centra nulla con noi, non confondiamo la verità di Cristo con la nostra, sono due cose completamente diverse. 

La persona santa non si vede caro Don dal fatto che è dolce, affabile, tranquilla, pacata, addormentata, un agnellino, etc, perchè allora il battista non era nella categoria perchè dolce, affabile, pacato, etc, non lo era di certo, lei è abituato a vedere i santi nella prospettiva di persone sempre super controllate, super tranquille, super docili, etc, un po troppo edulcorate, un po troppo finte.

Mi dispiace ma questo non è vero,  non si è santi per il carattere, ma si è santi per la fede, per le opere, per l'amore che si ha verso il prossimo, per la passione che metti nel fare le cose, e per la capacità di convertire il prossimo e sopratutto per il fatto che ti lasci modellare da Dio e tieni Lui inanzi a tutti e gli credi oltre misura, e lo poni prima di te stesso e più di ogni altra cosa, queste sono le cose importanti, non le esteriorità caratteriali che non contano proprio nulla.

S.Pio da Pietrelcina non era molto morbido, direi ruvido e rude, quindi gli mancavano certe caratteristiche stando la suo metro di misura, caro don. ma a Dio questo non interessa. Siamo troppo abituati a santi addolciti e mezzi addormentati, tanto che oggi abbiamo paramenti che anticamente non esistevano. Lo Stesso Gesù era si Buonissimo all'ennesima potenza, ma quanto si adirò nel tempio, quanto arringava le folle, crede veramente che lo facesse con dolcezza oppure lo faceva con fermezza, con passionalità, con forza, perchè doveva suscitare in loro fervore, interesse, vitalità, etc. Non confondiamo la l'essere santo sia solo esclusivamente chi è dolce e amorevole come Maria Santissima, perchè noi abbiamo quel metro, ma non guardiamo agli agli metri che Dio usa.

Non si può dire che uno che appare meno buono di una altro e questo non sia santo, perchè ai nostri occhi che sempre giudicano, può apparire meno dolce e quindi lo giudichiamo meno buono, lasciai anche questo il giudizio a Dio, perchè spesso anche voi sbagliate, nell'insegnare cose non precise. 

Stia attento perchè  spesso dietro alle persone che appaiono pacate, gentile, docili, apparentemente misericordiose e dai modi dolci, si possono celare veri demoni, quindi non si può dire che una persona che si accende di passionalità per il Signore o per i più deboli non sia un santo, non lo sappiamo. Non poniamoci noi a giudici al posto di Dio, perchè lei dimentica nelle sue parole quanto sia astuto il demonio, spesso questo essere usa proprio questo genere di persone che appaiono nei modi gentili per mostrarsi sante, quando non lo sono, quindi attenzione, non basiamo il nostro giudizio sull'apparenza perchè spesso questa inganna, specie nei nostri tempi.


Sul discorso di Abramo e il sacrificio di Isacco, c'è da dire una cosa, Abramo capì che Dio voleva provare la sua fede, perchè pensò alle parole di Dio sulle promessa di Lui, di farne un popolo santo e numeroso, per cui Abramo sapeva che Dio non avrebbe mai voluto la morte di quel suo figlio nato da Sara, ma capì anche che Dio voleva una prova di fedeltà a Lui da parte di Abramo. 
Possiamo dire che la fede di Abramo è una fedeltà a Dio totale, come dico io una fede certa, non una fede incrollabile, non una fede come molti l'hanno oggi, ma anche i vari episodi della vita di cristo ci raccontano la medesima cosa, per esempio il fatto del centurione, dell'Emorroissa, ci raccontano la stessa cosa, aver fede in modo certo, cioè la certezza delle fede che in pratica è la stessa parola che Gesù poi disse, in relazione al comandare la montagna di spostarsi e all'albero di piantarsi nel mare. 

Sul concetto che propone tra il confronto tra Isacco e Cristo, lo esporrò in altro articolo perchè mi  da la sensazione che sia un po troppo riduttivo esplicitarlo così frettolosamente. 

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